556 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo X. ma piuttosto di conoscere i contrasti delle dottrine in questione, di stabilire la dottrina vera, e di appianare le questioni tra le due grandi corporazioni 1 La conferenza finì coll’ ingiunzione fatta da Madruzzo ai Generali dei due Ordini, di far preparare perla prossima adunanza tre esposti intorno al punto controverso, sulla dottrina della grazia; il primo doveva riassumere in poche parole il pensiero del proprio Ordine, il secondo le obiezioni contro la dottrina opposta, il terzo le prove principali a sostegno della propria opinione.2 La seconda discussione ebbe luogo il 28 febbraio. Aquaviva si presentò con i tre esposti in iscritto, che erano stati a lui richiesti,3 il Beccaria al contrario, ne presentò uno solo: una nuova accusa contro Molina, divisa in sei punti. Egli dichiarò, che, non aveva creduto opportuno di ordinare altri esposti, poiché non si trattava d’altro che del libro del Molina, mentre i Domenicani spagnuoli si erano schierati contro Molina, e non già contro la Compagnia di Gesù. Che inoltre erano lì come i Domenicani accusatori, ed egli non poteva ammettere che essi, col difendere la loro dottrina, si confessassero per accusati. A questo rispose Aquaviva nello stesso senso, come si era già espresso nell’adunanza precedente, ma Beccaria rimase nella sua opinione. Aquaviva pose allora sul tavolo il secondo degli scritti, ch’egli aveva portato seco, le obiezioni dei Gesuiti contro la dottrina domenicana della grazia, consegnando gli altri due dopo la fine della seduta al Cardinal Madruzzo come prova ch’egli aveva ubbidito. La conferenza era finita; ora restava a vedere ciò che il papa avrebbe fatto. Clemente Vili il 5 marzo 1599 nominò cardinale il gesuita Bel larmino, e lo diede, assieme al cardinale domenicano Bernerio, come assessore al Cardinal Madruzzo nella direzione delle conferenze. Nella terza adunanza tenuta, il 29 marzo, si vide come la situazione si fosse considerevolmente mutata in favore dei Gesuiti-Bellarmino presentò sei domande, colle quali fu chiesta spiega zione se la predeterminazione fisica fosse necessaria per gli atti buoni della volontà, e per le sue cattive decisioni, se l’infallibile efficacia della grazia è basata su la predeterminazione fisica o su contatto della grazia coll’anima nel senso di sant’Agostino.4 b» domande, quindi, senza raggiri, eran dirette al punto che costituì' il nodo della disputa sulla grazia, e dalla cui soluzione tutto < >-pendeva. Ma ora si rifiutarono i Domenicani a dare una l’isp11 1 Astràin 266. 2 Ibid. 267. 3 Ristampato presso Eletjtherius 214-217. 4 Exeutherius 217; Serry 174.