374 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VII. niente il re con Beaumont, l’ambasciatore ordinario frani ,, in senso sfavorevole ai cattolici; sembrò però si calmasse, quando Beaumont gli fece osservare, che i cospiratori non erano poi ehi* delle eccezioni in una comunanza del resto fedele al re, che le « n-giure erano diffìcili ad evitarsi, se non veniva concessa la libertà di coscienza.1 Il contegno pratico di Giacomo verso i cattolici dimostrò an< 'ni maggiore instabilità delle stesse sue parole. Le sue promesse non erano già più sincere, quando egli si adoperava per ottenere la corona inglese;2 nella forma esse contenevano sempre una condizione o restrizione, la quale sfuggiva di vista ai troppo creduli seguaci dell’antica fede. « In quanto ai cattobci, così scriveva egli;* io non intendo perseguitarne nessuno che si mantenga tranquillo ed ubbidisca almeno esternamente alla legge, e non verrà negala la protezione a nessuno che, con i suoi buoni servigi, se ne renda degno ». Finché fu chiesta « almeno ubbidienza esteriore » verso la legge, malgrado così belle parole, aveva il re mano libera di fare ciò che gli piaceva. E così in realtà, in contraddizione col senso diretto delle promesse date dopo il suo arrivo in Inghilterra, Giacomo fece riscuotere ugualmente le multe per il non intervento al culto; che se i cattolici, così disse egli allora pubblicamente4, ; n fessavano una religione diversa da quella sua, essi non potevano essere buoni sudditi. Quando poi il 17 luglio 1603 una deputazioni-di cattolici presentò dinanzi al consiglio segreto alla presenza del re delle lagnanze, promise Giacomo che le multe sarebbero cessate e che i cattolici, in caso che ubbidissero alla legge, avrebbero avuto accesso ai posti più alti nel servizio dello Stato.6 Per qualche tempo, gli agiati seguaci dell’antica chiesa non vennero più mule-stati con le multe, e a coloro che non avevano dei mezzi, con enorme danno » degli introiti dello Stato venne risparmiata la confisca delle terre.6 Era i cattolici altolocati il re aveva ammesso presso di sè specialmente Enrico Howard, uomo senza carati -re. più tardi Earl di Northampton, fratello del giustiziato due di Norfolk; egli doveva servire al « regio cacciatore » da « ani ra ammaestrata » per attirare con essa molta « selvaggina ».7 di Roma una « Comparatione tra i tré gran Re dell’Europa l’anno 1605 », *'» i-blioteca di Stato in Berlino Inform., polii., XII, 450. 1 Beaumont a Enrico IV il 23 luglio 1603, presso Gardiner, I, H ’ 2 Ciò dimostra la sua corrispondenza con Cecil 1602; vedi Zimmermans nella Som. Quartalschrift, XVI (1902) 392, s. 3 Degli Effetti a Bufalo il 26 giugno 1603, presso Gardiner, I, 100. 4 Degli Effetti il 23 giugno 1603, ibid., 101. 5 Gardiner, I, 115. 6 « The income accruing to tlie Crown from this source [dai due terzi doll" proprietà di coloro che si ricusavano] was enormously diminished». Gardiner, I, 116. 7 Ibid., 115 s. Intorno a Howard, ibid., 93.