688 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo XII. bui ancora il fatto che dei forestieri da tutte le nazioni affluivano alla capitale del mondo, cosicché i veri romani formavano la minoranza.1 Se Ceci sfiora pure questi punti oscuri, fa risaltare anche distintamente le parti luminose, sopra tutto la gara nell’erigere magnifiche chiese, e la grande attività caritativa.2 Egli fa notare che il papa precedeva col suo esempio nel campo della beneficenza-che ogni mese faceva distribuire 400 scudi d’oro fra poveri occulti conventi ed ospedali; a Natale ed a Pasqua, il giorno dei Ss. Pietro e Paolo e in quello dell’incoronazione, 2000 scudi, e 1000 ancora per elemosine straordinarie. Inoltre manteneva l’antica usanza, di cibare ogni venerdì dei poveri al Campo Santo presso S. Pietro. Ceci descrive minuziosamente gli innumerevoli istituti di carità di Eoma, i quali erano tutti ottimamente organizzati e serviti da confraternite.3 Ivi si aveva cura dei ceti più vari e di malati d’ogni genere. Per i lebbrosi esisteva un ospedale speciale fuori della città; gli altri erano così abilmente distribuiti che non mancava soccorso in nessun punto. Gli istituti che non disponevano di mezzi così cospicui come l’antico ospedale di S. Spirito, le cui rendite annue ascendevano a 100.000 scudi, venivano sostenuti con elemosine abbondanti. Merita di essere ricordato che, secondo relazioni degne di fiducia, i pazzi ricoverati all’ospedale della Madonna della Pietà venivano trattati molto bene, ciò che allora non era il caso in nessun altro asilo di questo genere.4 Gli ospedali civici erano accessibili ad ogni straniero, ma inoltre vi erano, dai tempi più remoti, numerosi ospizi nazionali per i visitatori esteri di Eoma, nei quali i pellegrini ricevevano per tre giorni gratuitamente alloggio e vitto, e in caso di malattia anche soccorso. Vennero puranche mantenuti quegli istituti,5 i 1 Ceci dice nella sua * Relazione (v. sopra p. 687, n. 7): « La città può fare 100.000 in circa anime, i due terzi e più forestieri ». 2 « * Dall’altra parte se si considera ella è una città santa: gran carità e grand’opere pie vi si fanno; gran concorso si vede di chi fa quasi a gara per potere più splendidamente e con più magnificenza erigere tempii e chiese al culto di Dio e luoghi e monasteri a beneficio del prossimo, ed oltre all esserv ì una infinità di chiese e capelle ornate con tant’oro e pietre pretiose. vi sono anche tanti spedali et si fanno giornalmente innumerabili elemosine ». Vrb. 837, p. 469&, BibliotecaVaticana. 3 Vedi la * Relatione di Ceci, ibid. 470-474. Cfr. sopra p. 28 intorno a ' elemosine del papa. ... 4 « * Qui si tengono tutti quelli che sono scemi di cervello e pazzi racco ^ in Roma e fuor di Roma di qualunque sesso e natione di maniera che con cura che li si fa molti tornano in buon sentimento, e se pure non possono guari . li tengono perpetuamente con carità nello spedale, ove sono custoditi, govein ^ e provveduti di tutte le cose necessarie, standovene continuamente oltre a • con molti ufficiali e ministri che per servizio loro si tengono ». Ceci loc. ci • 6 Vedi ibid.