L’accordo raggiunto non ostante le difficoltà suscitate dagli spagnuoli. 99 della B. Vergine, nei mercoledì le litanie e il sabato il rosario in onore della Vergine, sua protettrice nel cielo; egli osserverà i giorni di digiuno insieme agli altri comandamenti della Chiesa, assisterà giornalmente alla messa e nei giorni di festa alla messa cantata. 12° Si confesserà almeno quattro volte l’anno e prenderà pubblicamente la Santa Comunione. 13° Egli erigerà in ogni provincia del regno e nel Bearn un convento d’uomini ed uno di donne, sia d’ordine contemplativo o di frati mendicanti riformati. 14° Confermerà in Francia, nelle mani del Legato o d’un altro rappresentante della Santa Sede, l’abiura e la professione di fede insieme alle promesse fatte dai suoi rappresentanti, e manderà il documento di ratifica al papa. 15° Il re comunicherà ai principi cattolici, ch’egli si rallegra di esser stata accolto nella grazia della Chiesa Romana, e di essersi obbligato con giuramento a rimanere per sempre nel suo grembo. 16° Egli ordinerà in tutto il regno una festa di ringraziamento per questo grande beneficio concessogli da Dio.1 Coll’accettazione di questi articoli da parte dei rappresentanti d’Enrico, era stata annichilita, per servirci d’un detto di Parata, « l’idra delle difficoltà »,2 e finalmente raggiunta, dopo sforzi inauditi, la meta agognata. Ciò nonostante Sessa e i suoi Spagnuoli tentarono di ottenere ancora, nell’ultim’ora, che l’assoluzione venisse rimandata un’altra volta o solo impartita in segreto. Gli sforzi a questo scopo furono così violenti, che i francesi furono assaliti dal timore, che di nuovo tutto venisse, messo in pericolo.3 Ma Clemente Vili rimase fermo. Il desiderio dei rappresentanti di Enrico, che la solenne proclamazione dell’assoluzione avesse già luogo l’8 settembre, festa della natività di Maria, non potè essere soddisfatto dal papa, poiché la Santa Sede non suol precipitare le cose. Prima doveva stabilirsi ancora con calma l’esatto tenore della l'Olla d’assoluzione, insieme agli atti ad essa relativi, ciò che fu fatto dalla Congregazione dell’inquisizione Romana.4 Dopo di ciò il papa, che durante tutto questo tempo aveva pregato e fatto pregare,5 1 Vedi Bull. X 311 s.; Dtj Perron, Ambassades I, 155 s. Cfr. Appendice Nr. 43. 2 Vedi Partita, Dispacci III 274. 3 Vedi Niccolini presso Desjardins V, 267 s.; Lettres d’Ossat I 163 s., 168. 4 Vedi * Avviso del 9 settembre 1595, TJrb. 1063, Biblioteca Vaticana. ° Straordinariamente caratteristiche sono le parole che Clemente Vili rivolse, la domenica 3 settembre, alla sua famiglia, prima di darle la s. Comunione. Secondo V*Avviso del 6 settembre 1595, egli disse quanto segue: « Figlioli «lei, vi prego et comando a voler fare oratione con me per la attione che son per fare in materia delle cose di Francia, a fine che Iddio la indrizzi per la retta strada et ne faccia eseguire quel utile e bene, ohe io sommamente desidero et bramo, e se pure tale attioni non ha da resultare in servitio di s. div. mae-