308 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo VI. avvenire teologo. La scottante questione del tempo, il mistero della predestinazione all’eterna beatitudine, lo assalì con tutta la sua terribile serietà, allorché per ssi settimane non riuscì a liberarsi dal pensiero che egli sarebbe stato un giorno tra i dannati.1 Per tutta la sua vita fu sempre contrario a certe aspre opinioni in questa materia. Che con tutta la sua pietà egli non fosse vittima dei pregiudizi che si coprono d’un’apparenza religiosa, se ne ebbe la prova durante una malattia mortale del giovane studente: mentre generalmente si aveva un’avversione appassionata contro l’anatomia che principiava ad affermarsi, Francesco all’opposto decise che in caso che egli morisse, il suo corpo fosse dato ai medici per i loro studi.2 Dopo il suo ritorno in patria il nuovo prevosto trovò presto occasione per mettere le sue forze al servigio della riforma cattolica; il ritorno di Chablais all’antica fede è in sostanza l’opera sua.3 Allorché nel 1536 fu conquistata la Savoia da Francesco I di Francia, Berna s’impossessò, senza rischiare un uomo, del Yaudo (Waad-tlandes) della provincia di Gex e del Chablais sino alla Drance.4 Nei distretti usurpati venne introdotto con la violenza il calvinismo, che durante due generazioni ebbe il tempo di radicarmi. Nella pace di Château-Cambrésis nel 1559, il duca Emanuele Filiberto, il vero vincitore della battaglia decisiva presso Saint Quentin, riebbe dalla Francia sconfitta le sue terre, ed anche Berna in seguito al trattato di Losanna del 1564 rese ora una parte del territorio rapito, ponendo però la condizione, che su la religione non dovesse avvenire alcun cambiamento. Solo dopo nuove incursioni dei Bernesi durante la guerra franco-savoiarda dopo il 1589, questa («indizione perdette il suo valore; il trattato di N’yon dell’ll ottobre 1589 permetteva il calvinismo solo in tre luoghi del Chablais. Segni una nuova irruzione dei Bernesi; dopo l’armistizio del 1593 la Savoia non riebbe del Chablais che le provincie di Thonon e Ter-nier; Gex e Gaillard rimasero per ora con Berna.5 Il vescovo di Ginevra, Claude Granier, il quale aveva preso in Annecy la sua abituale residenza, inviò subito dopo il trattato di Nyon circa cinquanta sacerdoti nel Chablais. Molti degli abitanti, più per timore che per convinzione, ritornarono allora all’antica Chiesa, ma l’abbandonarono pure nuovamente alla nuova invasione 1 Ibid. 52 88. 2 Ibid. 86. 3 Ibid. 150-349; Relazione dell’arcivescovo di Tarantaise, Giov. Frane-Berlieri, del 12 novembre 1603, presso Boverius II 619 ss.; Andbé Pébate. La mission de Franç. de Sales dans le Chablais. Documents, nelle Mélange* d’arehéol. et d'hist. VI 1886, 333-415 (cfr. Œuvres XI xx). 4 Dieratjer III 236 ss. 5 Ibid. 316 s., 321 S.; Hamon I 152 ss.; Fr. de Sales, Lettres I 225 annoi.