Clemente Vili contro il carnevale e il duello. 631 l’immoralità pubblica in Roma.1 Anche contro l’abuso dell’accattonaggio2 e contro il lusso delle donne nel vestire, lottò ugualmente, ma in sostanza senza venirne a capo. Egli punì con severità la diffusione di false notizie.3 Avrebbe voluto interdire del tutto i divertimenti carnevaleschi, ma non essendo ciò possibile, cercò almeno di tenerli a freno,1 e lodò che i Gesuiti si studiassero di trattenere 1 Vedi 1’* Editto sopra le corteggiane et donne dishoneste, in data 1592 marzo 26, negli Editti V 60 p. 274, Archivio segreto pontificio Cfr. I‘b in zi valli, Tasso 82. Notizie dettagliate intorno alle prime misuro di censura morale di Clemente Vili negli * Avvisi dell’8, 15, 19, 22, 26 e 29 febbraio, 4 e 28 marzo 1592, Uri). 1060 I, Biblioteca Vaticana. Secondo 1’* Avviso del 28 marzo, venne ordinato che: « Poiché l’isperienza ha mostrato, che i luoghi già assegnati in Roma per tollerarvi le meretrici non sono capaci per tanto numero, se li assegna tutto il Rione di Piazza Padella, Ortaccio della Trinità de Monti, cioè dal Arco di Portogallo fino alla Piazza del Popolo, riservato 4 strade principali di essa contrada della Trinità », ciò deve esser fatto entro dieci giorni, altrimenti le meretrici dovranno lasciareRoma sotto pena di frusta e confisca dei beni. Secondo un * Avviso del 19 agosto 1592 (loc. cit.) il vicario del papa proibì di cedere ovunque sia camere locande a donne. Un * Avviso del 2 dicembre 1592 parla dell’introduzione di prediche speciali per meretrici, in S. Rocco e S. Ambrogio (Urb. 1060, II, loc. cit.). Nuove misure seguirono nel 1599 in riguardo all’Anno Santo; tutte le donne equivoche dovettero a luglio lasciare Borgo ; cfr. gli * Avvisi del 26 giugno, 24 luglio e 14 settembre 1599 (Urb. 1067, loc. cit.) e la Relazione di Fr. Al. Vialardo del 24 luglio 1599 presso Bertolotti, Repressioni straordinarie alla prostituzione in Roma nel secolo xvi, Roma 1887, 15. Nella Relazione* Cose occorse sotto il Pontificato di Clemente Vili è detto: «Dato principio alla riforma de costumi, et particularmente contro alle cortegiane, come haveva fatto con poco frutto Pio V; fra le cacciate di Roma fu Francesohiglia Spagnola, che doveva esser frustata, ma fuggì » coll’aiuto del governatore, il quale volevasi dimostrare servizievole al card. Sforza. « Il marito con la sua moglie per dar consenso che ella fusse meretrice fu messo sopra un asino, andando avanti uno che portava come di bufalo, fu frustato et tagliatoli il naso e gl’occhi». (Barb. lat. 4592 p. 64, Biblioteca Vaticana). Malgrado questo rigore non si potè sradicare questo male. Cfr. le note statistiche negli Studi e docum. XII 174, secondo lo quali il numero delle meretrici in Roma, se anche non era affatto così grande come viene spesso indicato dagli Avvisi stessi, pure risulta in aumento. Fra una popolazione di 100.000 abitanti, il numero delle infelici che vivevano del vizio, nell’anno 1600 era di 604 e salì sino al 1605 a 900. Nel-¡Archivio Criminale di Roma si trovano molte denunzie di delitti contro natura; vedi Oiorn. stor. di lett. ital. II 148, ove viene però del tutto erroneamente asserito, che le immoralità vennero difficilmente punite sotto Clemente VIII. ■ Vedi * Avviso del 5 febbraio 1592, Urb. 1060 I, Biblioteca Vaticana. Addi gli * Avvisi del 25 febbraio 1595 e 22 gennaio 1597, Urb. 1063 e Biblioteca Vaticana. Cfr. Prinzivalli, Tasso 283 s.; Studi far. XIX (1910) 238. 1 Vedi Clementi 289 s. Numerosi * Bandi riguardanti il Carnevale, dagli anni 1592, 1599, 1601, 1603, 1605, negli Editti V 60 p. 10 ss., Archivio 6 g r e t o pontificio. Ibid. 124 « * Ordine circa le comedie delle gelosi » (t -1 gennaio 1593. Una descrizione del carnevale nella * Relazione di G. B.