Il terreno di Roma fonte iDesauribile di antichità. 685 sull’Esquilino se ne ebbe ricca messe.1 Ivi venne scoperto presso l’arco di Gallieno l’antico affresco conosciuto sotto il nome Le nozze Aldobr andine, che fu comprato dal cardinale Cinzio Aldo-brandini.2 Suo fratello, il cardinale Pietro, emanò come camerlengo nell’aprile 1600 un editto per la tutela delle antichità. Ordinanze del 1599 e 1604 ebbero per scopo la conservazione delle catacombe per le quali allora si andava sempre più destando l’interesse, per merito del Baronio, di Chacon, di Bosio e di Filippo de Winghen.3 Anche sotto Clemente Vili perdurò, come è stato già accennato, l’impiego di materiale antico per le nuove costruzioni.4 Era però necessario il permesso del Governo, tanto per gli scavi, quanto per l’esportazione di opere d’arte.5 Malgrado questo divieto emigravano così numerose antichità all’estero, anzitutto alle corti di Firenze6 e di Mantova, che tanto i rappresentanti della città quanto il papa stesso si lagnavano che Roma venisse derubata dei suoi oggetti migliori.7 Tra gli amatori d’arte ed i collezionisti vi era 1 Vedi Orbaan, Documenti, 131. 2 Cfr. Bartoli presso Fea, Misceli. I ccxlix; Lanciiani IV 207 ss.; No-gara, Le Nozze Aldobrandine, Milano, 1907; Helbig I3, 267 s., ove è citata la letteratura speciale. Vedi ancora Orbaan, Home onder Clemens Vili, p. 266 ss. 3 Vedi Orbaan, Documenti, 131 annot. 133 s. annot. (cfr. 463 annot). Cfr. ancora Orbaan, Home onder Clemens Vili p. 229 ss.; Valeri, Bosio, Roma, 1900. Non privo di interesse è il seguente * Avviso del 5 marzo 1603: « Per le gran pioggie, che furono la passata settimana al Coliseo, caderno alquante di quelle muraglie, che stavano più sconcio, con infiniti sassi bellissimi e bonissimi, et perchè alcuni andavano facendo cavare di là intorno per trovar sassi, et si dice sia 0 cavr Clemente, la Compagnia del santm° Salvatore ha fatto far inhibi-tione, che nissuno ardischi toccar de detti sassi, et ho inteso, come detta Compagnia intra in questo, perchè ho inteso, che da Alessandro VI fu fatto dono (li questo Coliseo alla sudetta Compagnia ». Urb. 1071, Biblioteca Vaticana. 4 Vedi Orbaan, Home onder Clemens Vili p. 221. 5Lanciani IV 180. 6 Vedi Bertolotti, Esportazione di oggetti di belle arti da Roma nella Toscana, nella Riv. Europ., 1877, II 716. Bertolotti nel Giorn. Ligust., 1876, 117 s. 7 Cfr. specialmente le * Relazioni dell’inviato di Mantova G. C. Foresto. I.gli riferisce al 14 ottobre 1600, d’aver comperato una statua di Antinoo, la quale il cardinale Cinzio Aldobrandini avrebbe voluto acquistare assai volentieri. Che la licenza per l’esportazione si faceva attendere (vedi * Relazione del 20 gennaio 1601) Foresto indica come motivo al 27 gennaio: « Può anch’esser, che il popolo Romano si sia lasciato intendere che si lascia spogliare Roma delle migliori cose che vi siano et cose simili oltre che la natura di S. S.tà tenacissima non fa più gratia di sorte alcuna che vaglia un soldo »(Archivio Gr o n za g a in Mantova). Intorno alle difficoltà che sorsero ancora, cfr. nell’Appendice, n. 65 e 66, le * Relazioni del 30 dicembre 1600 e del 10 febbraio 1601. Solo per una parte delle statue acquistate da Foresto fu concessa l’esportazione (vedi Relazione del 10 marzo 1601). Finalmente il 5 gennaio 1602, potè Lelio Arri-