Risultati di Ossat in Roma ; la questione della riabilitazione. 85 ma unicamente la grazia di Dio aveva determinato il suo ritorno alla religione cattolica apostolica romana, che in essa egli voleva vivere e morire, e secondo essa regolare tutte le sue azioni, per ottenere così le grazie di Sua Santità. E poiché secondo le comunicazioni di Gondi vi erano al riguardo delle speranze, egli si era deciso a fare i passi necessari, senza guardare al passato o all’avvenire; pregava quindi Sua Santità, di volerlo scusare, se sotto la pressione delle circostanze non aveva ancora eseguita, come sarebbe stato suo desiderio, questa buona opera. Che il papa non voglia attribuirlo a un cambiamento di sentimenti, nè alla mancanza di buona volontà, di rispetto e sottomissione, poiché egli adempierà i suoi doveri, come Ossat gli esporrà più dettagliatamente.1 All’abilità di questo mediatore, riuscì facile sventare gli scrupoli infondati e di superare una quantità di difficoltà ancora esistenti. Egli persuase Clemente Vili ed il Cardinal Pietro Aldobrandini, dell’inopportunità di trattare fin d’ora la pace tra la Spagna e la Francia, dell’impossibilità di combattere apertamente gli Ugonotti e di dividere politicamente Enrico dai suoi alleati protestanti, finché la Spagna lo combattesse.2 Quali garanzie per la sincerità della conversione d’Enrico e, nello stesso tempo, quale soddisfazione per il suo contegno nel passato, il papa chiese principalmente: educazione del presunto erede al trono, il principe di Condé, nella religione cattolica; restaurazione dell’antica Chiesa in Bearn e pubblicazione dei decreti Tridentini in Francia. Ossat dichiarò che in via di principio Enrico era pronto ad aderirvi, solo richiese per la seconda e terza domanda il tempo necessario. Questo gli venne accordato senza difficoltà. Du Perron doveva concludere la soluzione pratica.* Molto scabrose, come Ossat prevedeva, si dovevan presentare le trattative su di un’altra questione. Poiché la bolla di Sisto V dall’anno 1585, a seconda il diritto vigente, aveva negato ad Enrico tutti gli onori e particolarmente il diritto alla successione al trono;4 a Clemente Vili, giurista rigoroso, sembrava necessaria, non solo l’assoluzione dall’eresia e dalle censure, ma pure la dispensa dal difetto di inabilità al trono. Ma un tale atto veniva riguardato da Enrico, come incompatibile colla dignità e indipendenza della corona francese, mentre egb, nèll’effettivo possesso d’una gran parte della Francia, si sentiva re legittimo e nazionale del suo regno. Siccome in questo egli si poteva appoggiare al parlamento ed al clero francese gallicano, respinse recisamente la domanda d’una riabilitazione. Ossat dichiarò al Cardinal Aldobrandini, che 1 Lettres missivcs 1V 243. 2 Lettres d'Ossat 1 65 s., 76 s., 91 s., 94 s. 3 Vedi ibid. 91 s. 4 Cfr. la presente opera Voi. X 210 s.