Le Congregazioni avanti al cardinale Madruzzo. 555 intorno alla grazia avevano destato l’attenzione dei protestanti, ed essi stavano in attesa di una deliberazione contraria al Concilio ili Trento.1 Se poi il papa non intendeva dar ascolto a nessuna delle sue domande, voglia almeno esaminare il succinto esposto della sua dottrina, ch’egli unisce. Forse più che la supplica di Molina, fecero su Clemente Vili maggior impressione le lettere di re Filippo III, della moglie dell'imperatore Massimiliano, dell’arciduca Alberto, che i Gesuiti avevano ottenuto in loro favore.2 Il papa decise che si dovesse ascoltare anche i Gesuiti. Egli citò il 1° gennaio 1599 i Generali di ambedue gli Ordini, Ippolito Maria Beccaria e Claudio Aquaviva dinanzi a sè, ed ordinò loro di discutere con alcuni dei teologi loro sottoposti, alla presenza del cardinale Madruzzo, i punti di maggiore divergenza della dottrina.3 La prima adunanza ebbe luogo il 22 febbraio 1599. Il Generale dei Domenicani comparve accompagnato dal procuratore dell’Ordine e da due teologi, Diego Àlvarez e Raffaele de Ripa; i teologi di Aquaviva erano Pietro de Arrubal, Michele Vasquez e Cristobai de los Cobos. Nel discorso iniziale il Cardinal Madruzzo fece accenno allo scopo delle discussioni, che era di por fine alle lotte fra i due Ordini, secondo il desiderio del papa come pure del re di Spagna; tanto Beccaria quanto Aquaviva, si pronunciarono intorno alla via per la quale, a loro modo di vedere, potrebbe raggiungersi lo scopo. Il Generale dei Domenicani dichiarò che il suo Ordine non aveva nulla contro la Compagnia di Gesù, che solo le tesi di Molina formavano la pietra dello scandalo; che si condanni questo libro e si segua san Tommaso, ed allora tutto sarebbe appianato. Aquaviva difese il punto di vista del tutto opposto. Egli dichiarò che Molina non era affatto la Compagnia di Gesù, e che quindi la sua causa non era senz’altro la loro. Il papa poteva fare 'Ielle opere d’un teologo spagnuolo, dello scritto d’un singolo gesuita, ciò ch’egli voleva, senza che l’Ordine dei Gesuiti fosse per "pporre resistenza. Ma anche fra i due Ordini esisteva un conti asto risultante dalla diversa spiegazione della grazia « suffi- 1 lente » ed « efficace »; per quanto si poteva vedere, l’intenzione 1 '1 papa non era di dare un giudizio intorno al libro di Molina, ‘AstrAin, 261. cari' Anche il nunzio spagnuolo scrisse il 14 novembre 1598 al iiày1] 6 Ald°brandini intorno alle premure dei Domenicani e del cardinale déu'h’ ' v°levano ottenere presso l’inquisizione spagnuola la condanna deraz'10 ^ ^°^na- D nunzio propose, o di reprimere questi attacchi in consi-Molin^V^6 .aPProvazioni precedenti del libro di Molina, oppure citare I ^j |' "anes in Roma e far esaminare gli scritti di entrambi (Scorkaille, Eleutherius, 210; Serry, 169; AstrAin, 265.