32 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo 1. mjnuita la corte pontifìcia come pure il numero degli impiegati.1 Quale esempio della pazienza del papa racconta il maestro delle cerimonie Paolo Alaleone, che un giorno, allorché i cardinali tardarono a venire alla messa, egli attese tranquillo e placido la loro venuta.2 Anche nel trattare cogli ambasciatori, era Clemente Vili buono ed affabile. Dandosi il caso, avveniva che scattasse anch’egli; ma questi bollori dell’ira passavano presto, ed egli stesso cercava, nei più dei casi, di scusarsi delle parole troppo veementi e di farle scordare colla sua cortesia. Così riferiscono gli inviati veneziani Paolo Paruta e Marco Venier.3 I diplomatici credettero di dover biasimare in Clemente Vili, oltre alla sua timidezza e mancanza di fiducia in se stesso, sopra tutto la sua eccessiva prudenza e pedanteria, con la quale venivano ritardati tutti gli affari.4 Il papa sapeva che tali rimproveri gli erano stati già mossi da cardinale; egli disse perciò dopo la sua elezione, che, se il mondo l’aveva conosciuto fìn’ora per un uomo indeciso, egli voleva ora dimostrare coi fatti il contrario.5 Già l’8 febbraio 1592 Peranda poteva riferire da Roma, che il papa, che da cardinale era stato lento ed indeciso, dimostrava ora il contrario ; che la lentezza era stata modestia, e la sua indecisione prudenza.6 In tutti i grandi affari però, Clemente Vili mantenne anche in seguito la sua maniera riflessiva, per la sua grande delicatezza di coscienza e scrupolosa esattezza, che palesavano in lui il giurista. Sempre assillato da dubbi, gli si leggeva in viso, come provasse una vera tortura allorché era costretto a prendere un’importante decisione immediata. E dopoché questa era stata presa, il più delle volte non era contento di se stesso. Diceva, che cose importanti non si possono risolvere bene in modo precipitoso; dovendosi ben ponderare tutte le circostanze.7 Ed in questo 1 Vedi 1’* Avviso del 20 giugno 1592, Urb. 1060, Biblioteca Vaticana e Paruta. Dispacci I 250. 2 Vedi * Diarium P. Alaleonis (cfr. Arch. d. soc.^Rom. XVI, 5 s.), Barb. 2815, Biblioteca Vaticana. 3 Paruta, Relazione 440; Venier, Relazione 32. 4 * « La natura del Papa è di risolvere tardi ogni cosa et come quello cli’è stato auditore di Rota è molto atto in materie legali a eccitare dubbi anche dove non sono », scrive Annibaie Chieppio il 24 novembre 1594. Il 10 dicembre 1594 riferisce lo stesso: * Il Papa è per natura timido et dopo haver rotta una lancia senza frutto fugge l’incontro. Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. anche 1’* Avviso del 19 novembre 1597, Urb. 1065, Biblioteca Vaticana. 5 * N. Sre ha detto che il mondo l’ha in mente di huomo irresoluto, egli dice de voler demostrar dagli effetti tutto il contrario. Lettera di Giulio del Carretto del 2 febbraio 1592, Archivio Gonzaga in Mantova. 6 Vedi Laemmer, Mélet. 237. 7 Vedi Dolfin, Relazione 453.