La giusta diffidenza del papa verso Navarra. 69 il timore, di fare una cosa illecita. Noi non vogliamo aggravare la Nostra coscienza. Noi non vediamo nessun risultato di questa conversione ». Il papa ricusò anche espressamente di ricevere il vesco vo di Le Mans e gli altri prelati francesi.1 Se Clemente non accondiscese alle richieste del duca, di indicargli per iscritto, quali segni di penitenza e quale soddisfazione il suo sovrano avrebbe dovuto dare, ciò avvenne, perchè diversamente egli avrebbe abbandonato il lerreno delle trattative private, unicamente concesse.2 Un tentativo del duca, di ottenere per mezzo di FiUppo Neri, altamente apprezzato da Clemente Vili un cambiamento della situazione, riuscì vano.3 Ciò non può destare meraviglia, poiché il 17 dicembre era giunto in Roma il segretario del Cardinal Legato Sega,4 che aveva portato pessime notizie sul contegno di Enrico, così che ogni discussione ulteriore, riguardo la sua sincerità, parve fatica perduta.5 «Volesse Iddio », così disse allora Clemente Vili a Paruta, « che Noi potessimo fidarci di Enrico; Noi saremmo pronti a qualunque cosa; se egli avesse soltanto dato un segno della sua conversione, Noi manderemmo volentieri non uno, ma più. Legati in Francia. Ma Enrico smentisce se stesso. Nella sua lettera a Noi egli promise di mostrarsi colle sue azioni, degno dell’assoluzione. Dove .sono questi fatti ? Noi siamo informati pur troppo esattamente su ciò ch’égli fa, e come egli vive. Alla richiesta di Nevers, di indicargli ciò che Enrico dovrebbe fare, Noi rispondemmo con S. Crisostomo: Il veleno si guarisce con il contraveleno. (Contraria con-trariis curantur). Enrico che ha seminato il calvinismo in Francia, e perseguitato i cattolici, deve pur sapere, come deve ora operare da cattolico ». Dopo che il papa si era ancor prolungato su questo soggetto, si levò, andette ad un tavolino, vi tolse un libro, dicendo: « Noi vi vogliamo comunicare, ciò che prescrivono le leggi canoniche contro gli eretici recidivi ». Allora egli lesse le prescrizioni, in particolare i passi ove è detto, che i recidivi non possono 1 Vedi le * Annotazioni di Santori nell’Appendice Nr. 13-16, Archivio segreto pontificio; Paruta, Dispacci II 133; L’Epinois 609. 2 Vedi Paruta, Dispacci II 129. •’Secondo V* Avviso dell’11 dicembre 1593, Nevers visitò il mercoledì P. Filippo della Chiesa nuova, il quale stava in letto ammalato, e parlò con lui di Enrico ( Urb. 1061,Biblioteca Vaticana). Cfr. la Relazione di Meliini del 10 dicembre 1593 presso Desjardins V 178, secondo la quale gli Spagnuoli cercarono di guadagnare degli Oratoriani e dei Gesuiti per i loro progetti. Questo per completare i dispacci di Niccolini utilizzati da Cape-celatro, F. Neri II3 583 s. 4 Così riferisce Giulio del Carretto nella sua * Relazione del 18 dicembre 1593, Archivio Gonzaga in Mantova. 5 Vedi Paruta, Dispacci II 145, 153. Anche altre notizie che arrivarono erano sfavorevoli; vedi la * Lettera di Monsieur Cenatt da Parigi del 16 novembre 1593 nelle *Annotazioni di Fr. Peña (sopra p. 61 n. 3), Archivio segreto pontificio.