30 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo I. documenti abbondanti passi scritturali, nè si fece distogliere da quest’abitudine, dalla critica che i suoi brevi si confacessero più ad un convento, che alla corte romana, avendo troppo il tono di prediche. Di fronte a questo, Antoniano fece valere, che le lettere apostoliche, del capo supremo della Chiesa, si dovevano distinguere da quelle d’un principe secolare; per quanto egli stimasse Sadoleto e Bembo, pure spesso i loro brevi non avevano corrisposto alla dignità pontificia, e Bembo specialmente era caduto talvolta in uno stile pagano.1 Clemente Vili fu totalmente soddisfatto del modo di scrivere scelto da Antoniano, e quest’uomo, d’un’umiltà commovente, godette sempre la sua fiducia, finché visse. Prima della morte d’Antoniano, avvenuta nel 1603, il papa andette personalmente a visitarlo.2 Nel palazzo di Clemente Vili visse ancora un altro rappresentante del rinascimento cristiano, il padre gesuita Giovanni Pietro Maffei, che si era fatto un nome colla biografia del fondatore del suo Ordine e quale scrittore della storia delle missioni. Clemente Vili nominò questo celebre latinista, che si era pure occupato d’una biografia di Gregorio XIII,3 suo istoriografo.4 L’ufficio di predicatore di corte fu affidato dal papa, al cappuccino Anseimo Marzato, oriundo napolitano, ed era molto soddisfatto, quando questi nelle sue prediche, prive di arte, semplici, ma schiette, diceva senza complimenti le verità alla Corte.5 Maggiordomo di Clemente Vili rimase il conte Ercole Tas-sone, che già sotto Gregorio XIV ed Innocenzo IX aveva rivestito questa carica.6 Per il suo servizio personale, mantenne il stor. ital. 5a serie XXXVIII 374. Intorno ai registri dei brevi di Clemenle VIII vedi Wiez xxvi. Cfr. Studien aus dern Bened.-Orden I 200; Meyer, Nuntia-turberichte lxxxvi b. Intorno alle cifre vedi Correvp. de Frangipani I xxxvm. 1 Vedi Bentivoglio, Memorie 111 s. 2 Vedi ibid. 113. Antoniano nella sua posizione di Segretario dei Brevi, vedeva il papa quasi giornalmente; v. ibid. 151. Clemente VIII pagò le spese dei funerali di Antoniano, il quale fu tumulato nella cappella da lui fondata, nella Chiesa Nuova; v. * Avviso del 20 agosto 1603, Urb. 1071, Biblioteca Vaticana. Il posto di Antoniano di Segretario dei Brevi, fu preso da Marzio Malacrida di Forlìmpopoli; v. Arni, 44, t. 56, Archivio segreto pontificio. 3 Cfr. la presente opera, voi. IX 894 s. 1 Vedi Bentivoglio, Memorie 152 s. 6 Vedi ibid. 180. 6 Vedi la Relazione dell’inviato di Lucca negli Studi e docum. XXII, 198. Come i più importanti prelati della corte vengono qui ancora menzionati gli arcivescovi di Monreale, Ragusa, Urbino e Bari e Msgr. Gloriero, chierico di camera. Intorno a Tassone cfr. Ossat, Lettres I 460 e Renazzi, Notizie stor. d. Maggiordomo pontif., Roma 1784, 105 s., 159 ss. Che Clemente Vili prediligesse l’arcivescovo di Monreale, è * riferito dall’inviato di Mantova il 22 agosto 1592, Archivio Gonzaga in Mantova. Allorché Tassone morì nel 1597, il fiorentino Annibaie Rucellai divenne il suo successore, e, dopo la morte di questo, nel 1601, Fabio Biondi, un intimo di Sisto V; v. Mo-roni XLI, 262. Intorno a Pietro Nores v. Arch. stor. ital. XII xxi s.