Provvedimenti di Clemente Vili contro gli ebrei. 479 contro la Sacra Scrittura, ingiurie contro la dottrina cristiana, contro le usanze ecclesiastiche, contro sacerdoti o neofiti, o racconti indecenti. Tutti questi libri, così viene stabilito, non dovranno esser tenuti o divulgati dagli ebrei, neanche sotto il pretesto che ,.jeno purgati (neanche provvisoriamente, finché non saranno purgati); inoltre essi non dovranno servirsi del pretesto che quegli scritti, con titolo diverso, sono stati stampati di nuovo col permesso di un qualche membro del Concilio tridentino, o su la base della decisione dell’indice di Pio IY, o d’un indulto pontificio, ovvero col permesso di cardinali, legati, nunzi, vescovi, inquisitori. Nello stesso tempo revocò il papa tutte le concessioni fatte dai suoi predecessori o da altri, per un tempo determinato o indeterminato autorizzanti a ritenere simili libri; vietò di fare simili concessioni, e ordinò di consegnare in Roma i libri entro dieci giorni, altrove entro due mesi e di bruciarli immantinente, sotto minaccia della confisca dei beni e sotto pene temporali più aspre ancora, compresa, per i cristiani, 1’« excommunicatio latae sententiae n.1 L’Inquisizione romana prese ancora altre decisioni in questo senso il 6 agosto 1592 e il 10 maggio 1593, facendole portare ad effetto dagli inquisitori e dai nunzi.2 Il procedere di Clemente Vili contro i libri degli ebrei, che questi risentirono fortemente,3 non fu un suo atto isolato di governo. Il trattamento indulgente degli ebrei da parte di Gregorio XIII e di Sisto V4 aveva portato a gravi inconvenienti; specialmente l'usura che essi esercitavano divenne insopportabile.5 Clemente Vili si decise perciò di ricorrere alle misure severe di Paolo IV e di Pio IV. Egli rinnovava già il 25 febbraio 1592 gli ordinamenti dei menzionati papi che avevan limitato il commercio degli ebrei in Avignone.8 Nell’estate 1592 vennero introdotte di nuovo le prediche per la conversione dei giudei,7 e tolte dal cimitero degli ebrei presso Porta Portese le epigrafi che avrebbero potuto offendere i 1 \ edi Bull. X 25 s., e Diana V 572 s. (colla data errata 1599; cfr. * Av-del 7 aprile 1593, Urb. 1061, Biblioteca Vaticana). Reusch I 49 s.) dà alla Bolla la data errata dell’anno 1592; ugualmente A. Berliner, -piisur u. Konfiskation hebr. Bücher im Kirchenstaate, Francoforte s. M. 1891, 7 8. 2 V edi v. Pastor, Dekrete 50, 52, Cfr. Albitius 296, 298 e Reusch I 51. 1 y ftdi gli * Avvisi del 7, 10 e 14 aprile 1593, Urb. 1061, Biblioteca a tic an a. Cfr. Baumgarten, Neue Kunde 342. * Cfr. la presente opera, vol. IX 222, X 88, 147 n. 6. « ,Santori Wrisse intorno a ciò una dissertazione speciale; v. Barb. lai. 4592, ! .’biblioteca Vaticana. 7 vedi Bull., IX 523 s. Le prediche ebbero luogo in S. Lorenzo in Damaso; vedi * Avviso del di uTSlio 1592, Urb. 1060, II, Biblioteca Vaticana. Cfr. Hist.-yolit. LVII 515 s.