22 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo I. più severamente che non l’esigessero le prescrizioni, astenendosi più volte la settimana dalla carne, e non prendendo che pane ed acqua il venerdì. Questa mortificazione se la impose spesso ancor altre volte, specialmente nelle vigilie delle feste della Madonna,1 come preferiva pure nelle sue orazioni il santo rosario.2 Benti-voglio riferisce, che Clemente Vili si sottoponeva segretamente a penitenze straordinarie, quasi che non fosse stato il papa, ma un semplice religioso.3 Questi suoi rigorosi digiuni, ch’egli mantenne persin nei suoi viaggi,4 furono da lui mitigati solo negli ultimi anni, dietro ordine dei medici, perchè, data la sua faticosa attività, ne risultava evidentemente un danno per la sua salute.5 Durante la Quaresima e la Pasqua egli raddoppiava i suoi esercizi di penitenza e di orazione. Allora Clemente Vili, faceva sgombrare gli appartamenti pontifici; persino le opere canoniche del tempo del suo uditorato, a lui tanto care, e che formavano l’ornamento del suo studio,6 venivano rimosse; tra le mura spoglie, voleva egli pregare e meditare la fallacità d’ogni cosa terrena. Benché diversi teschi nelle sue stanze gli ricordassero sempre, che egli un giorno avrebbe dovuto render conto al giudice eterno d’ogni sua azione,7 pure si fece predicare su questa verità ancora in particolare, da due monaci. Durante la settimana santa, venivano sempre sospesi gli affari, poiché il papa non voleva occuparsi in questi sacri giorni, che di esercizi spirituali.8 Talvolta egli si sedette in 8. Pietro per ben tre ore nel confessionale ad ascoltare chiunque.9 1 Cfr. I’arista, Dispacci I, 44; * Relazione di G. Niccolini del 29 febbraio 1592, Archivio di Stato in Firenze; * Avvisi del 13 aprile 1596, 2 luglio 1597 e 5 dicembre 1601 (quasi tre volte la settimana), TJrb. 1064, II, 1065 e 1069, Biblioteca Vaticana, come pure la * Relazione di Giulio del Carretto del 4 dicembre 1593, Archivio Gonzaga in Mantova. 2 Cfr. * Avviso del 13 settembre 1595, TJrb. 1063, Biblioteca Vaticana. 3 Vedi Bentivoglio, Memorie 49. 1 Vedi Arch. d. Soc. Bom. XXXVI, 134. 6 Vedi * Avviso del 2 gennaio 1593, Urb. 1065, Biblioteca Vaticana; Venier, Relazione 33; Me ter, Nuntiaturberichte 161. Intorno al rigoroso digiuno, che Clemente Vili si impose anche nel luglio 1600, per implorare l’esito favorevole d’una questione politica, v. Baumgarten, Neue Kunde 16. 6 Cfr. * Avviso del 17 luglio 1599, TJrb. 1067, Biblioteca Vaticana. 7 All’inviato urbinate, che si meravigliò dei teschi disse il papa, * di tenercele per raccommandarsi sempre di non lassarsi a fare cose in vita che havesse poi a darne conto a Dio dopo la morte. TJrb. 1060, II, 627, Biblioteca Vaticana. 8 Vedi le * Relazioni di Giulio del Carretto del 17 aprile 1593 e di Lelio Arrigoni del 29 marzo 1603, Archivio Gonzaga in Mantova. 9 Vedi oltre alle Relazioni presso Brosch I, 350, anche 1’ * Avviso del 28 aprile 1601, TJrb. 1069 Biblioteca Vaticana.