L’inondazione del Tevere nel dicembre 1598. 615 terribile, per cui l’anno più. felice del pontificato di papa Aldobran-dini finì dolorosamente.1 La Città Eterna venne colpita da un’inondazione, che superò di molto tutte le antecedenti. Il 21 dicembre erano cadute delle piogge torrenziali, che gonfiarono in modo impressionante le bionde e limacciose acque del Tevere. Il 23 dicembre il fiume cominciò a straripare in alcuni punti. Da principio non si temeva molto; ma le acque crescevano di ora in ora con una regolarità spaventevole; esse oltrapassarono i segni dell’inondazione del 1557, ed in ultimo di due palmi anche quelli del 1530. Fu calcolato che il livello dell’acqua si era innalzato di 10 metri.2 Quasi tutta la città dovette assaporar in modo terribile il fetore, che nella poesia oraziana è lasciato dalla vendetta del dio Tevere.3 Solo i monti ed alcune parti più alte della città furono risparmiate.4 1 In un’* Annotazione nel Cod. Barò. lai. 5259 p. 132. (Biblioteca Vaticana) è detto dell’anno 1598: « Anno celebre e memorabile per la chri-stianità, ma particolarmente per la riputatione e felicità della Sede Apost. e di Clemente 7111 poiché in esso non solo ricuperò e ridusse sotto il dominio ecclesiastico Ferrara, et uno stato così grande suo, ma nell’istesso anno si rihebbe dalle mani de’ turchi Giaverino pochi anni avanti da loro per forza occupato. Stabilissi la pace con l’autorità del medesimo Pontefice per mezzo del suo legato tra la corona di Francia e quella di Spagna dopo dieci anni di guerra, anzi si potrebbe dire cento. Quietossi con l’istessa pace il regno di Francia lacerato altretanto tempo dalle guerre civili, et essendo morto Filippo 2° Ee di Spagna si congiunsero in matrimonio Filippo 3° suo figliuolo a Margherita d’Austria, facendosi solennità delle nozze in Ferrara con grandissima pompa degna di tanti principi per mano dell’istesso Pontefice, ne questo sponsalitio fu solo; poiché seco anche si celebrò quello dell’arciduca Alberto con l’infanta Donna Isabella di Spagna. Ne fu cosa di poca considera-tione il muoversi il Papa con tutta la corte di Roma et andare a Ferrara con decoro ecclesiastico e pontifìcio, entrandovi solenissimamente, attioni che bastarebbono ad illustrare un secolo, e far memorabili quattro pontificati. Ne poteva quest’anno esser più felice per quel Pontefice, se questa felicità non fosse stata alquanto temperata dall’innondatione che fece il Tevere nel suo ritorno a Roma, che non solo li recò non poco disturbo, benché in esso anche havesse occasione di mostrare la sua pietà, et il Cardinal Aldobrandino la sua diligenza. ' Cfr. v. Moltke, Wanderbuch*, Berlino 1890, 61. 3 Già il 2 febbraio 1598 era avvenuta un’inondazione che aveva causato un danno di 200.000 scudi (vedi * Avviso del 4 febbraio 1598, TJrb. 1066, biblioteca Vaticana), un’altra il 1° marzo (* Avviso del 7 marzo 1598, ibid.). 4 Cfr. Letlres d’Ossat V 5 s.; Relazione del provisore dell’Anima presso > chmidlin, Anima 442 s.; * Avviso del 30 dicembre 1598, TJrb. 1066, B i b 1 i o- eca Vaticana;* Lettera di Carpino Carpini, in data Roma 1598 dicem-re 30 nel Vat. 8259, p. 342 s.; ibid.; Lettera di Maurizio Cataneo nell'idea del egretario, Venezia 1606, 37 s.; * Lettera di L. Cremaschi del 26 dicembre 1598, r c h i v i ° Gonzaga in Mantova;* Relazione di M. Vialardo al-arciduca Ferdinando del 2 gennaio 1599, Archivio di Stato in 1 e n n a. Due * Relazioni nelle Inforni, polit. XVI n. 15-16 della B i b 1 i o-e°a di Stato in Berlino. Vedi inoltre Iuvencius V 291 s.; Pos-