Il realizzamento dell'unione. 419 mento, per il quale, un secolo e mezzo dopo l’unione di Firenze, veniva di nuovo riallacciato il vincolo dell’unità tra la Chiesa rutena e la Chiesa romana. A questo fine doveva pur servire una costituzione del 23 febbraio 1596, che concedeva al metropolita di Kiev la facoltà di consacrare i suoi vescovi, ma obbligava lui stes o a farsi confermare dal papa.1 Quando Potsiej e Terletskyj si accinsero, nel febbraio 1596, al viario di ritorno, Clemente Vili consegnò loro lettere per il iv Sigismondo, per i senatori civili ed ecclesiastici, per il metropolita liahoza e per i vescovi ruteni. A tutti venne caldamente raccomandato di sostenere la gloriosa opera dell’unione, facendo raccomandazione particolare al re, di ammettere i vescovi ruteni nel >enato, come egli aveva promesso e di concedere gli stessi diritti al clero ruteno come a quello latino. Il papa obbligò il metropolita di convocare quanto prima un Concilio per la proclamazione solenne dell’unione conclusa con la Santa Sede.2 entre il debole Eahoza indugiava sino all’autunno per adempiei« quest’obbligo, spiegarono gli aderenti dello scisma, sotto la direzione del vecchissimo principe Ostrogskyj, in unione ad eretici dichiarati, una fiera agitazione contro l’opera della pace.* Foilunatamente Sigismondo rimase fermo, nonostante fossero tentati tutti i mezzi per sollevare la popolazione contro Roma. Più di ogni altro, Cirillo Lukaris, inclinato al calvinismo, alimentava l’odio scismatico, al quale dava pure il suo aiuto un avventuriero "reco, di nome Niceforo, il quale aveva dovuto lasciare Costanti-nop di per diversi furti- Contro il divieto del re, si recò Niceforo in Brest, e, in opposizione alla proibizione del re, comparve ivi con un seguito armato, unche il principe Ostrogskyj con Lukaris, il quale spiegava la sua • zi >ne contro l’unione per incarico del patriarca d’Alessandria. Essendosi i vescovi di Leopoli e di Premislia uniti al partito di «)-i Mgskyj, crebbero le speranze dei fautori dello scisma. Questo pitti ito si adunò in una casa protestante in Brest e si costituì come sinodo d’opposizione, sotto la presidenza di Mceforo, il quale si •l'iteeiò, contro la verità, per inviato del patriarca di Costantinopoli, •tenchè quella sede fosse vacante in quel momento. Ma nè lui, nè i ' i' compagni poterono impedire che il sinodo legittimo non avesse lu"- '• A questo parteciparono oltre al metropolita Rahoza, l’arci-' «‘scovo di Polock, i vescovi di Vladimir, Luck, Pinsk, Chelm e, «ìuaii delegati del papa, anche i vescovi latini di Leopoli, Luck ‘ Muli. X 250 s. \ edi i Brevi tutti in data 7 febbraio 159« presso Theiner. Mon. Poi. III >». Cfr. Pelesz II 11 s. Wr. per ciò che segue l’ottima descrizione di Likowski (143 s., 151 s.).