Discorso del papa nella Congregazione generale. 93 che il segretario si fu allontanato, il papa scongiurò i cardinali colle parole più insistenti, di ponderare bene una questione di così alta importanza, come non se ne era avuta da secoli, e di non fai’si dirigere nella loro decisione da riguardi umani, da simpatie per la Spagna o per la Francia, ma unicamente e solo da ciò che consigliera ad essi la loro coscienza, per la causa di Dio e per il bene delle anime. Ognuno di loro, dovrebbe proporsi la domanda; che cosa egli farebbe, se si trovasse al posto del papa. Per dar loro tempo a riflettere, e perchè possan parlare francamente, non raccoglierebbe le loro risposte in una adunanza generale, ma da ognuno a parte in un’udienza speciale. Nel suo esposto il papa non aveva soltanto ripetutamente accennato al pericolo d’uno scisma, in caso d’un rifiuto dell’assoluzione, ma espressa pure apertamente la sua propria opinione coll’accenno, che qui si trattava d’una questione de iure positivo, nella quale si doveva considerare, che l’assoluzione dalle censure, è diversa da quella dei peccati, che colui che doveva essere assolto non era un uomo privato, ma uno che si trova in possesso di quasi tutto il regno di Francia, risultante di molti milioni di anime, e che per un simile caso non poteva essere citata alcuna legge, in base alla quale si fosse potuta rifiutare l’assoluzione. Ripetendo l’ammonimento, di mettere da parte tutti i riguardi umani, e di rivolgere l’attenzione solo a Dio e alla sua causa, chiuse il papa il suo discorso.1 Egli aveva parlato con tale maestria, che persino i cardinali che non erano favorevoli a lui, non poterono trattenere le loro lodi. Solo i membri del Collegio, che erano appassionatamente devoti alla Spagna, fecero vedere il loro scontento.2 Il papa ricevette nei giorni tra il 7 e il 23 agosto tutti i membri del Sacro Collegio, esattamente secondo il loro grado. Le singole udienze durarono per lo più un’ora e mezza o due ore.3 Durante tutto questo tempo importante, Clemente Vili fece raddoppiare le preghiere. Egli stesso digiunava e pregava incessantemente. Due volte, nella festa di S. Maria della neve (5 agosto) e del-l'Assunzione di Maria (15 agosto) egli si recò di buon mattino, scalzo, solo con piccolo seguito, dal Quirinale a S. Maria Maggiore, 1 Intorno alla congregazione generale del 2 agosto 1595 cfr. gli * Acta consist. (vedi Appendice n. 34) e la * Relatione di quello disse il Papa nella congreg. generale alli 2 de agosto 1595 nel 2 voi. delle Annotazioni di Peña, loc. cit. Archivio segreto pontificio; inoltre la dettagliata Relazione di Niccolini presso Desjardins V 243 s.; Paruta, Dispacci III 243; Leltres d’Ossat I 161 s.; Du Perron, Ambassades I 858 s.; * Avviso del 5 agosto 1595, Urb. 1063, B i b 1 i o t e c a Vaticana. 2 Vedi Niccolini presso Desjardins V 249. 3 Vedi Lettres d’Ossat I 163; Niccolini presso Desjardins V 254 s., 256 s.; * Relazione di Lelio Arrigoni del 19 agosto 1595, Archivio Gonzaga in Mantova.