L’invio di Lotario Conti all’imperatore. 205 } Turchi, risentì assai dolorosamente la perdita di Già vari no.1 Ancor prima che egli avesse ricevuto l’allarmante notizia della sciagura, che trasportava il pericolo di un’invasione turca nell’Austria tedesca, molto più vicino, il 25 settembre chiamò a se gli ambasciatori dell’imperatore, di Filippo II e di Venezia, comunicò loro le cattive notizie dell’Ungheria e li invitò, quanto insistente mente potè, ad indurre i loro governi ad un aiuto contro, i Turchi. Da parte dell’ambasciatore veneto egli dovette udire i vecchi pretesti.2 Anche l’attenzione dell’ambasciatore spagnuolo era molto più assorbita dalla questione francese, che non da quella della cristianità. Gli autori di relazioni riferiscono da Eoma quanto il papa si affliggesse allora, e come si lamentasse, colle lagrime agli occhi, del pericolo turco e della trascuratezza della difesa, e come egli tenesse consigli su consigli.3 Al principio di ottobre spedì nella persona del suo camerlengo, Lotario Conti, duca di Poli, un ambasciatore speciale all’imperatore.4 Conti doveva esporre a Rodolfo II con la massima insistenza, che la causa principale del risultato fin ora così funesto della campagna, stava nelle tristi condizioni dell’armata imperiale. Che un rimedio sarebbe solo possibile, se Rodolfo comparisse personalmente presso le sue truppe; diversamente le cose andrebbero di male in peggio. Nell’istruzione consegnata a Conti viene detto apertamente, che la ■•olpa principale delle perdite subite fin ora cadeva sul generalissimo, il quale non possedeva nè nozioni di guerra, nè prestigio presso i soldati. Che l’imperatore si voglia ricordare dell’esempio dei suoi antenati. Che egli si trovava nel flore degli anni, che era sano, che nè sposa nè figli lo trattenevano. Che desse finalmente ascolto alla voce del papa, altrimenti egli perderà il dominio sul resto dell’Ungheria, molto più che ivi regnava già un nel * Breve indirizzato a lui, ugualmente del 2 settembre (loc. cit. n. 268), detto. « Nunc autem eomitiis absolutis gratulamur tibi, quod ad vetera merita tua erga liane carissimam matrem tuam Komanam ecclesiam hunc quoque cumulum addideris peractae legationis Ratisponensis ex nostra et Ap. Sedis dignitate et christianao reipublicae utilitate ». Segue una lode, per la sua attività svolta per la conservazione della fede cattolica e per la guerra del Turco. 1 Vedi Aróhiv. f. ósterr. Gc.sch. XV 215-220. 2 Vedi Partita, Dispacci II 451 s. Cfr. * Avviso del 28 settembre 1594, l rb. 1062, Biblioteca Vaticana. 3 Vedi gli * Avvisi del 24 e 28 settembre 1594 « S. S. piange et si afflige tanto di queste male nuove che lunedì celebrando la messa bagnò 5 fazzoli di lacrime », JJrb. 1062, Biblioteca Vaticana. 4 Vedi il Breve a Rodolfo II, in data Cai. Oct. 1594, presso Cascioli, Mera. stor. di Poli, Roma 1896, 328 ss., e il * Breve al Duca Vincenzo Gonzaga del 1. ottobre 1594, Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. Ma-thaus-Voltolini 317; Horvat 47 ss.