88 XVI. Lettera del Compilatore a un suo amico, AUTORE d’ UNA CERTA NECROLOGIA. Intendami chi può che m’ intend’ io. Amico pregiatiss. M’è entrata in capo questa fantasia di scriverle, per la grande contentezza in cui sono venuto di me medesimo. Imperciocché ella dee sapere che ho avuto la bella sorte di fare una teoria, e gliene scrivo, perch’ ella, la quale come si vede n’ ha spesso occasione, se ne valga, e il mondo, sia detto con modestia, profitti di questa prima figlia del mio intelletto. E perchè ella non si lambicchi troppo il cervello nè la faccia a lungo storiare, gliela apro, gliela schicchero tutta in un fiato: io trovai la vera legge delle necrologie. Nè si sorprenda ; io ebbi sempre la più cara propensione per le necrologie; è questo un genere benemerito, fruttuoso nelle sue conseguenze per questi miei fogli ed io appunto gli ho consacrato come una specie di culto, mi ci sono intrinsecato, ne ho studiato ben addentro la natura, ed ecco che alla fine sono uscito 1’ Aristotile delle necrologie.