112 Clemente Vili. 1592—1605. Capitolo III. n occasione della sua assoluzione avevano solo questo scopo, Per la loro attuazione fu mandato in Francia nella Pasqua del 1596, come legato, il Cardinal Alessandro de’ Medici. Le sue istruzioni esortavano il legato a lavorare tanto per il miglioramento del clero (particolarmente dell’alto clero), quanto per il ristabilimento dell’unità religiosa, però procedendo con prudenza e ponderata moderazione.1 Raramente fu affidato ad un rappresentante della Santa Sede compito più difficile. In che stato di disordine e di abbandono si trovasse la Chiesa in Francia fu descritto al re dal vescovo di Le Mans, Claudio d’Angennes de Rambouillet, in nome dell’assemblea del clero francese, nei suoi discorsi del gennaio e del maggio 1596. Delle quattordici archidiocesi, la metà erano prive di pastore, ed alcune già da quattordici e quindici anni. Di quasi cento vescovadi da trenta a quaranta erano vacanti, altri provvisti di persone nè degne nè canonicamente elette, di più erano male amministrati. Ugualmente triste era lo stato delle abbazie. Una inchiesta in venticinque diocesi aveva avuto per risultato che cento venti abbazie o erano sprovviste di abbati o si trovavano in mano di laici, i quali non si occupavano che di riscuotere le loro entrate. In un simile disordine trovavansi i conventi femminili, le cui abbadesse si componevano in gran parte di figlie ed amiche delle cortigiane del re. Alla devastazione interna corrispondeva anche l’esterna. I beni della Chiesa spesse volte erano in possesso di laici; innumerevoli chiese saccheggiate, devastate e perfino del tutto distrutte dagli Ugonotti.2 Enrico IV era ben lontano dal misconoscere le tristi condizioni ecclesiastiche, che gli venivano descritte da parte così competente. Il male è ben più grande di quanto lo descrivete, rispose egli alle rimostranze del clero. Un rimedio radicale è solo possibile, mediante la pubblicazione ed applicazione dei decreti di riforma tridentini. Questa vecchia e giusta domanda della Santa Sede aveva sin ora sempre incontrato in Francia un’opposizione del tutto irragionevole, poiché il Concilio di Trento si era limitato nelle sue prescrizioni unicamente al campo spirituale, e solo in alcuni punti, e quando non era diversamente possibile, aveva toccato indirettamente gli affari civili o misti; ma in questi casi la Santa Sede si mostrava sempre pronta ad un accomodamento.3 Pio IV, Pio V, Gregorio XIII e Sisto V, ognuno a modo suo, 1 Vedi 1’* Istruzione por Medici, del 10 maggio 1596 (Archivio segreto pontificio), nell’Appendice n. 38 Cfr. sopra p. 106 s. 2 "Vedi Becueil generai des affaires du clergé de France I, Parigi 1634, 184 s., 198, 620; Philippson nella Hist. Zeitschr. XXXI 77; De Meaux, Luttes relig. 336; Bev. des quest. Mst. XCVI (1914) 72. 3 Vedi De Meaux 371; Thomas, Concordai III 223 s.