698 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo XII. di Pasquale I, di poter riconoscere in esso le ossa dei papi Urbano e Lucio. Allora si vide chiaramente quale mutamento di spirito era avvenuto. Quando un secolo prima fu trovato nella via Appia un’antica salma di fanciulla, i Eomani del Einascimento si erano talmente entusiasmati, che Innocenzo Vili credette necessario di dovervi intervenire.1 Ora Clemente Vili non potè quasi fare abbastanza per soddisfare al culto di santa Cecilia. La giovane martire fu celebrata con poesie ;2 l’urna delle sue reliquie fu ornata (li ceri e di fiori; incessantemente affluivano i Eomani e per venerare Cecilia e per implorare la sua intercessione. L’affluenza era tale, che si dovette ricorrere alle guardie svizzere. Il cardinale Sfondrato si tratteneva la più gran parte del giorno nella chiesa, nella quale fu compiuta il 22 novembre 1599 la solenne tumulazione. Per impedire durante quell’imponente affluenza di popolo ogni incidente, venne vietata in quel mat tino la circolazione di vetture in Trastevere. All’ora fissata comparve il papa, accompagnato da tutti i dignitari della sua corte e dal Senato Eomano. Anche i cardinali al completo, 42 in tutto, come pure vi intervennero i rappresentanti diplomatici di Francia, Venezia e Savoia. Il papa si diresse dapprima alla cappella ove era esposta la cassa di cipresso, e benedì ivi Parca d’argento ch’egli aveva fatto eseguire a questo scopo, ornata di una breve iscrizione e del suo stemma. La cassa venne poi trasportata all’altare maggiore, ove Clemente Vili celebrò la messa solenne. Dopo la comunione ebbe luogo la nuova tumulazione. I cardinali diaconi Farnese, Aldrobrandini e Cesi portarono, aiutati dal papa stesso, la cassa dall’altare alla piccola confessione sottostante.3 Ivi essa venne messa nell’arca di argento, e questa calata in un nuovo e più grande sarcofago di marmo,4 che fu chiuso dal papa stesso. Clemente Vili ritornò dopo una breve preghiera all’altare, ove fu continuata la messa. I Eomani vi accorsero sino all’imbrunire, per pregare vicino alla nuova tomba, del cui ornamento, come dell’ulteriore abbellimento della 1 Cfr. la presente opera, voi. III 1, 245 s. 2 * In divam Caeciliam virginem martyremque (Barò., 2092, p. 23b, I> >-blioteea Vaticana), in data 31 ottobre 1601, forse composto da 1'- Angelo Galuzzi. La poesia di Urbano Vili a santa Cecilia, stampata in Alex. Donati Senen. S. I. Carminum, volumen primum, Romae, 1625, 147 ss. appn tiene probabilmente a quest’epoca. Dopo la scoperta della salma di santa < 1 ciba, si formò in suo onore in S. Andrea una Confraternita, la quale accom pagnava il SS.ino Sacramento dagli ammalati; i membri portavano 1 ìmma gine della santa sui loro cappelli; vedi Totti, 86. (| 3 Vedi Bosio, loc. cit., 164 ss. Cfr. * Avviso del 27 novembre 0 ’’ Urb. 1067, Biblioteca Vaticana, e * Diarium P. Alaleonis. Ut. 2816, ibid. 4 Cfr. H. Leclercq in Cabrol, Bici, d'archéol. II 2, 2772.