Documenti inediti e comunicazioni d’archivio N. 77-78, a. 1603. 787 cattolico. Sappiamo certo che ella ove potrà cercarà di rimediare questo inconveniente perchè se si seguiterà in questo modo, veggiamo i negotii di S. Mtà dover molto patire non già per difetto o colpa Nostra o perchè sia ponto scemata la buona volontà che habbiamo sempre portato a gl’interessi della Mu Cattolica, ma perchè temiamo che questi modi di fare non solo non accreschino, ma alienino amici et servitori a S. M“'1. Non vogliamo esser più longhi perchè il card. Aldobrandino, al quale ci rimettiamo oltre alla gazzetta narreranno ogni cosa a V. E., ; ci è mescolata ancor’essa perchè protesta ch’ella habbia rovinato questa ambasceria et con questo fine benediciamo V. E., la sig. duchessa et figlioli con la Apostolica benedizione. Dat. etc. ». [P. S.] «V. E. scusi la mala scrittura perchè la chiragra n’è cagione, la quale ci ha debilitato tanto la mano che non la possiamo rescrivere ». (Minuta), Archivio Aldobrandini in Roma, t. 287. 77-78. Il cardinal P. Aldobrandini a Domenico Ginnasio, nunzio in Spagna.1 Roma, 5 dicembre 1603. « Venne il duca di Scalona ambasciatore per S. M*“ al quale sarebbe cosa lunga se si volesse contare minutamente gli honori che le sono stati fatti nel suo ingresso in questa corte così per ordine espresso di N. Src come per l’inclinatione, che la corte istessa scoperse di ciò nella S! Sua; solo dirò a Y. S. che S. B"e volse che a Civitavecchia fusse servito dal suo mastro di casa et spesato per tutto il viaggio che fece in quattro giorni sino a Roma, dove entrando lo fece incontrare da uno de proprii nipoti, figliolo del sig. Giovan Francesco, non essendo solito che queste dimostrationi si fecino se non aU’ambasciatori che vengono a rendere obedienza, et mandò in casa del s. card. Farnese, dove gli era destinato l’allogiamento, la signora mia sorella con tutta la nobiltà di dame di questa città per ricever sua moglie, dimostratione che non poteli far quasi maggiore S. Sta se fosse venuta la regina istessa ‘li Spagna, et fatte con qualche querela degli altri ambasciatori. Tutte queste cose sono quelle che eccedono l’ordinario et che non si son fatte mai ad ambasciatore residente nessuno nè di S. Mtà nè di qualsivoglia altro re nè dell’imperatore stesso. Ma egli ci ha malamente corrisposto poiché da primo lancio andando il duca di Mondragone con il nipote di S. B. per honorario essendo anch’egli tale per haver una nipote per moglie lo trattò manco che d’Eccellenza, titolo ordinarissimo de parenti de’ Papi, massime ' iventi, ma essendoli poi detto lo stile di ciò si mutò in questo primo et contentossi di honorar dell’Eccellenza il duca di Mondragone, ma Sl lasciò chiaramente intendere che non voleva far così con il principe '!* Stigliano suo padre, cosa sproportionatissima di trattar meglio il figlio che il padre ». 1 Cfr. sopra p. 186.