P. Aldobrandini mediatore di pace nella vertenza per Saluzzo. 173 moit;i influenza. Oltre alla conclusione della pace, gli sforzi di Aldobrandini mirarono pure a liberare possibilmente il papa dal peso d’un depositimi. Durante i negoziati egli riconobbe chiaramente, che le difficoltà per la consegna di Saluzzo non si incontravano solo da parte del duca di Savoia, ma in ugual modo da quella degli Spaglinoli. Alla fine si convenne di trattare con Carlo Emanuele stesso. Allora Aldobrandini e Puentes si recarono a Tortona, ove il duca giunse il 22 ottobre. Alle discussioni partecipò pure il rappresentante di Filippo III accreditato alla corte di Torino, ed il nunzio di Torino.1 Durante le trattative si ripetè subito il vecchio giuoco, cioè di spaventare il rappresentante del papa col pretesto, che Saluzzo in mano ai Francesi significherebbe l’irruzione dell’eresia in Italia. Ma il cardinale non si lasciò ingannare. Egli replicò, che la cura della religione fosse pure lasciata tranquillamente al papa, al quale essa importava più della propria vita. Alla fine Aldobrandini, il 25 ottobre seppe strappare, colla minaccia di ripartire immantinenti, una risposta che gli rese possibili ulteriori trattative con Enrico IY.2 Il re però, benché Caltagirons gli avesse fatto in nome del papa le più vive esortazioni, dimostrò tanta minore inclinazione per le trattative, quanto erano più grandi I successi delle sue armi. Egli mantenne fermo di non poter interrompere le sue operazioni, ma si dichiarò pure pronto a ricevere per rispetto al papa il suo nepote, qualora questi venisse veramente da arbitro imparziale. Dopo ciò Aldobrandini il 2 novembre partiva da Torino per Chambéry, ove si trovava Enrico IV. Il viaggio verso l’antica capitale della Savoia, a traverso il Moncenisio, si dimostrò molto gravoso per il cardinale e per i suoi compagni italiani, che non erano abituati a simili viaggi a traverso le Alpi. Presso Montmélian essi dovettero traversare l’accampamento dell’armata di assedio francese.3 Enrico IY ricevette il rappresentante del papa, che giunse l’8 novembre 1600 in Chambéry, con tutti gli onori e con squisita cortesia. Fu favorevole che Aldobrandini si sapesse esprimere passabilmente in francese.4 Enrico, visibilmente bene impressionato dall’amabilità e dalle doti intellettuali del cardinale, si esternò con lui con una franchezza illimitata.5 In conseguenza riuscì anche 1 Vedi la Relazione di Aldobrandini presso Fumi 80 s. 2 La Relazione di Aldobrandini (ibid. 84 s.) sparge piena luce su i negoziati in Tortona. 3 Vedi la Relazione di Aldobrandini ibid. 90 s. 4 Vedi il Diario wM'Arcìi. d. Soc. Hom. XIII 117. 6 Per il seguito efr. la Relazione di Aldobrandini presso Fumi 91 s.; la magistrale descrizione di Bentivoglio, basata su queste, Memorie 355 ss. Più recente v. Richard, Légation 34 s., 53 s.