Il clero secolare e regolare in Francia. Ili nel suo insieme, di certo troppo favorevole: la predominante maggioranza sarebbe ben istruita e di vita esemplare, specialmente coloro che avevano studiato alla Sorbona e presso i Gesuiti. Che vi fossero ancora nel basso clero molti buoni elementi è certamente indiscutibile; ciò dipendeva dal fatto, che quella parte della popolazione francese, che era rimasta cattolica, con affettuoso attaccamento teneva fermo alla sua religione. L’autore del memoriale attesta con quale zelo venivano frequentate ed abbellite le chiese, e con quale severità il popolo voleva che le sacre funzioni fossero celebrate bene e che il clero facesse il suo dovere. Anche gli antichi ordini presentavano vivi contrasti. Più di tutti avevano sofferto delle procelle del tempo gli ordini mendicanti, i cui conventi èrano deserti, persino in Parigi così severamente cattolica. Le condizioni presso gli altri regolari, erano meno lamentevoli, eccetto in quelle abbazie, che erano state assegnate in commende ai laici e persino agli Ugonotti. In alcuni conventi di monache mancava ogni disciplina; altri erano abbandonati al capriccio della soldatesca. Di grande importanza, per la conservazione del cattolicismo in Francia, si mostravano i collegi dei Gesuiti, i quali oltre all’opera di apostolato si occupavano special-mente dell’insegnamento. In Bourges essi mantenevano in piedi l’università.1 Ciò fu tanto più importante, in quanto l’università di Parigi aveva sofferto gravemente: invece di trenta e persino quarantamila studenti, essa ne contava appena mille! Il giudizio riassuntivo del memoriale suonava assai triste. I conventi degli ordini mendicanti spariranno del tutto con l’andare del tempo, come in Germania, ed è da temere una rovina universale del clero, se Dio non aiuta; né si giudica con troppo pessimismo. Altre relazioni di parte civile ed ecclesiastica confermano totalmente tali notizie.4 In particolare gli ambasciatori veneti descrivono il triste stato delle cose, ed indicano anche come causa fondamentale, l'abuso del concordato da parte dei re di Francia. Quando i vescovadi venivano occupati solo da creature del re, le abbazie erano ridotte a commende, e il re era diventato il padrone della Chiesa: doveva avvenire una disastrosa decadenza, che preparava la via agli Ugonotti, e che per mezzo loro e dei torbidi che ne seguivano, andava ancora crescendo.3 Subito dopo la conciliazione con Enrico IV decise Clemente Vili di non risparmiare'nulla, pur di provvedere ai bisogni religiosi della Francia. Una gran parte delle condizioni poste al re 1 Cfr. Fouqueray II 412. 2 Cfr. la Lettera del Cardinal Caetani ad Enrico IV nel Saggiatore I, 1 (Roma 1844) 196. 3 Vedi la Relazione di P. Dwodo, menzionata sopra p. 109 n. 2. Cfr. pure De Meaux 335 s., Thomas, Concordai III 198 s.