Protesta dei Domenicani dell’8 giugno 1599; risposta dei Gesuiti. 559 delle discussioni e qualificarono il contegno dei Gesuiti, per intrigante ed insidioso.1 I Gesuiti risposero il 28 giugno.2 Ambedue gli scritti appartengono ai documenti più importanti delle trattative dinanzi al Cardinal Madruzzo; la cognizione degli avvenimenti viene con questi completata e confermata in diversi punti ; il modo di pensare di ambedue le parti vi risulta ancora più chiaro del solito. I Domenicani che parteciparono alle discussioni dichiararono di non essere affatto i rappresentanti di tutto l’Ordine domenicano; che, per poter esser tali, essi avrebbero dovuto consultare prima le loro università e i teologi più eminenti;3 essi non si presentavano che come una deputazione dei teologi domenicani di Eoma. Essi sostengono inoltre, assoluta-mente, che nelle discussioni non si tratta che di Molina e del suo libro ; se essi si pronunciavano inoltre intorno alla dottrina della grazia, lo facevano solo come consultori teologi del papa, per servirlo coi loro pareri scientifici. Ma i Gesuiti sostengono con altrettanta tenacia il punto opposto di vista. Essi asserivano che il papa non aveva trasferito la controversia in Eoma per giudicare Molina, come risulta dai Brevi al nunzio di Spagna ed all’inquisizione spagnuola, come era stato dichiarato più volte ai Domenicani dal cardinale Madruzzo, il Generale dei Gesuiti aveva rilevato espressamente, che a lui non importava di difendere tutte le tesi del Molina. Ugualmente risulta dalle lagnanze ed accuse di entrambi, che tanto i Domenicani quanto i Gesuiti ricusavano rispondere ad alcune determinate domande. I Domenicani cercavano di evitare una spiegazione su la predeterminazione fisica; così appunto dice parecchie volte il memoriale dei Gesuiti. « L’eminentissimo cardinale sa-son parole del documento - come noi abbiamo detto a voce, che noi desideriamo, che i Domenicani spieghino la loro opinione come noi stessi abbiamo fatto e faremo, ma essi han cercato di sotfrarvisi in diverse maniere. La prima volta han detto di non poter riprodurre l’opinione di tutto l’Ordine, poiché occorrerebbe prima consultare i teologi delle diverse provincie; un’altra volta di non essere preparati e di non poter sostenere la disputa senza preparazione; poi di nuovo, che non riguardava l’oggetto della discussione; alla fine essi dichiararono apertamente che non intendevano 1 Serry 182 ss.; Eleutherius 226. 2 Serry 185 ss.; Eleutherius 226. 3« In prima Congregatione... nobis prius semel et iterum professis, non totius Praedicatoriae familiae nomine (cuius generalia studia et theologi alii Praecipui temporis opportunitate concessa fuissent consulendi), sed tantum theologiae professorum qui in Urbe essemus, congressibus illis interesse ». Eleutherius, 226. 4 Serry 186D; Eleutherius 227.