Scoperte archeologiche in S. Pietro. 661 zato il pavimento della nuova basilica, ed in questo modo si formò la cripta ovvero le così dette « Grotte Vaticane »-1 Già dall’autunno 1592 si lavorava per innalzare un nuovo altare sotto la cupola sovrastante la tomba di san Pietro. Giacomo della Porta vi impiegò dei marmi antichi,2 e la consacrazione fu fatta con grande solennità. Essa ebbe luogo il26 giugno 1594, dopo chel’antica e la nuova basilica erano state riccamente adornate. Vi intervennero tutti i cardinali ed una gran parte del clero romano colle confraternite della città. Lo stesso papa compì la consacrazione dell’altare, nel quale fu racchiuso quello eretto da Callisto II nel 1123, e impartì in tale occasione l’indulgenza plenaria.3 Nel giorno dei Ss. Pietro e Paolo egli celebrò sul nuovo altare la Messa solenne.4 Durante i lavori per il nuovo pavimento, vennero fatte, vicino alla Confessione, delle scoperte archeologiche molto interessanti. Puron trovate delle iscrizioni antiche,5 come pure antiche memorie cristiane. La vaga notizia di Francesco Maria Torrigio, che cioè nel 1594 il papa e diversi cardinali abbiano scorto, attraverso un’apertura fattasi a caso, la tomba di bronzo di san Pietro con sopra la croce d’oro, è del tutto inverosimile.6 Ciò che si intravide allora era tut-t’altra cosa: all’altare di Callisto II si erano prodotte delle fessure oltre le quali si scorgeva un altro altare più antico ancora, ivi rinchiuso, che fu ascritto a san Silvestro. Clemente Vili fece chiudere quelle fessure. Così riferisce il contemporaneo Giacomo Grimaldi.7 Un monumento indubbiamente dell’antica èra cristiana venne in luce nell’ottobre 1597, quando sotto l’altare nuovo se ne volle erigere ancora uno più profondo nella Confessione, il quale doveva appoggiarsi direttamente alla tomba del Principe degli Apostoli. In quell’occasione si scoprì un antico sarcofago di marmo pario, riccamente ornato di sculture. Esso conteneva le ossa del prefetto della città lunius Bassus, il quale, secondo l’iscrizione, «andò a Dio ancora neofito sotto il consolato di Eusebio ed Ipazio » cioè nell’anno 359.® 1 Vedi Baglione 324. 2 Vedi Lanciani IV 181. Cfr. Orbaan, loc. cit., 47 annot. 3 Vedi * Diarium P. Alaleonis, Barò., lai. 2871, Biblioteca Vaticana; * Liber rerum memorab. basii. Vatic.; estratto'nelle Misceli., VII 45, P- 194, dell’A r c h i v i o segreto p o n t i f i c i o; * Avvisi dell’ll e del 29 giugno 1594, Urb. 1062, Biblioteca Vaticana. La semplice iscrizione dell’altare, ancora conservata, presso Barbier II 439. 1 V edi * Avviso del 29 giugno 1594, Urb. 1062, Biblioteca Vaticana. 5 Vedi Lakciani IV 181 s. 6 V edi Duciiesne nelle Mei. d'archéol., 1915, 9 ss., ove però la consacra- zione dell’altare viene erroneamente trasportata al 26 luglio. Wilpert (La «mbci di san Pietro, 1922) si unisce (p. 30) all’opinione di Duciiesne. ’ Vedi Gemuti, Tiberii Alpharani de basii. Vatic. structura liber, p. 27 s. r> Duchesne, loc. cit. il ' v6<^ 'a Relazione della scoperta nella Bom. Quartalsclir, XVII 77 s. Cfr. 1 111 ■ XXI 121 s., e 1914, 5 s.; inoltre Grisar I 432 s., e De Waal, Ber Sar-