226 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo V. Così avvenne pur troppo anche nell’anno 1604, nel quale non fu ricavato alcun vantaggio da circostanze molto favorevoli: la sommossa dei Turchi in Asia, la vittoria dello scià di Persia, Abbas il grande, e la morte del sultano Maometto III,1 avvenuta 1 Clemente Vili, dopo la notizia della morte del sultano, fece un nuovo tentativo per vincere il rinnegato generale turco Sinan pascià Cicala. Cfr. per ciò che segue gli articoli di Rinieri, basati su dei documenti romani, nella, Civ. Gatt. 1897, I 693 s., Il 151 s., 272 s., 671 s., 1898, I 164 s., nei quali viene dimostrato fra l’altro, che Sinan pascià Cicala non morì, come si suppose sin ora, poco dopo il 1602, ma solo il 2 dicembre 1605 dopo una grave sconfìtta contro lo scià di Persia, Abbas. Una nuova elaborazione degli articoli dell. Civiltà Cattolica, la quale offre per la prima volta una storia di Cicala, conformo agli atti, apparve sotto il titolo Clemente Vili e Sinan Bassà Cicala, Roma 1898. Cfr. anche P. Oliva, Sinan Bassà, neìVArch. stor. Messin. Vili (1907) e IX (1908). Sinan pascià Cicala, un genovese nato in Messina, assieme al padre era stato fatto prigioniero dai Turchi. Il padre venne ucciso nel carcere in Costantinopoli, ed il figlio allevato da maomettano. Egli giunse ai più alti gradi, diresse nel settembre 1594 l’assalto di Reggio e combattè pure in Ungheria Ma il rinnegato non potè scordarsi di sua madre Lucrezia Cicala tuttora viventi) in Messina. Per mezzo di trattative col viceré spagnuolo di Napoli, riuscì Sinan a rivedere l’amata madre. Questa si rivolse a Clemente VIII, il quale fece allora nel 1599 il primo tentativo di guadagnare Sinan pascià per il cristianesimo e di indurlo all’abbandono del sultano. Durante queste trattative segreto [l’inviato mantovano Giulio Cesare Foresto non seppe spiegarle; v. la * Rela zione in data Roma 1600 12 Febr.. (Archìvio Gonzaga in Mantova)] il celebre poeta filosofo Tommaso Campanella, dal 1584 in poi, membro dell’Ordine domenicano, ordì una congiura contro il governo spagnuolo, alla quale doveva prender parte pure Sinan pascià. La cospirazione venne scoperta e fruttò a Campanella una prigionia di molti anni, dalla quale egli non fu rilasciato che per l’intervento di Urbano Vili. Cfr. la grande opera, non sempre esatta, e penetrata di odio contro la Chiesa cattolica, di L. Ama bile: T. Campanella, sua congiura, suoi processi, sua pazzia, 3 voli. Napoli 1882. Vedi inoltre Amabile, Fra T. Campanella nei castelli di Napoli ecc., Napoli 1887. Gentile (Il primo processo tl'eresia di T. Campanella, neWArcli Napol. XXXI [1906] 629 ss.) dimostra, che esistono ancora dei dubbi, tanto intorno al primo processo iniziato contro Campanella nel 1591 presso l’inquisizione in Napoli, quanto intorno al secondo in Roma nel 1595. Questi potrebbero esser sciolti solo coll’esame dell’ Archivio dell’inquisizione Romana, il quale non è però tuttora ancora accessibile. Ulteriori indicazioni letterarie nel Dici, de théol. cath. II 1143 ss. Della letteratura comparsa sin ora, sono ancora da nominare: J. K vacala, Th. Campanella, ein Reformer der ausgehenden Renaissance, Berlino 1909; Fiorentino, Studi e ritratti d. Rinascenza, Bari 1911, 375 s., 391 s., Rinieri, Clemente Vili e Sinan Bassa Cicala 47 ss., 167 s.; J. Kvacala, Ueber die Oenese der SchriUen des Th. Campanella (1911); De job, E st-il vrai que Campanella fut simplement déistel Estr. du Bull. ita!. 1911; Gothein, Beformation u. Gegenrejormation, Monaco 1924 185 s.; Meinecke, Die Idee der Staatsraison in der neueren Cesch., Monaco 1924; Sciimidlin, Missionsgesch. 319; Gentile nel Giorn. crit. d. filosofia ital. V (1924). La monografia più recente di Cecilia Dentici d’Accadia (nella raccolta II pensiero moderno, Firenze 1925) è pur troppo influenzata dalla insinuazioni e tendenze anticattoliche dell’Amabile; v. la critica di G. Zuppone-Strani nel Corriere d'Italia del 27 maggio 1925. T. Campanella, Del senso delle cose e della magia. Testo ined. ital., ed. A. Bruers, Bari 1925.