Bañes e Molina; motivi della lotta. 583 conservò la calma dello spirito, nella ferma convinzione d’avere la verità dal suo lato. Un astro benigno sembrava difatti che brillasse sulla sua vita. Per quanto disperata sembrasse la sua causa, pure in ultimo si svolgeva sempre tutto a suo favore.1 Il contrasto tra i due Ordini non ebbe fine con la morte dei due capo-scuola; le discussioni romane avevano piuttosto inasprita e resa eterna la lotta. Ma si dovrà guardarsi dall’attribuire questo spiacevole risultato, unicamente all’imprudente impetuosità d’un Banes. Gli urti tra l’Ordine più antico e quello novello, traevano origine dalle circostanze e fu diffìcile evitarli. I Gesuiti in tutta la loro azione erano guidati dalla convinzione che collo spuntare d’una nuova età si presentassero anche nuove esigenze e che non bastasse di seguire in tutto semplicemente le ìie già le mille volte battute. Sempre a contatto con la tradizione, e non meno degli altri, riguardosi dello spirito della Chiesa, pure là ove sembrò loro opportuno, cercarono vie nuove sia in patria nell’esercizio del ministero, come pure nelle missioni estere, e nella scienza. Se anche questa mira talvolta portò a un malinteso, pure la loro premura si dimostrò di grande vantaggio per la Chiesa. Frutto delle loro fatiche nel campo scientifico, fu lo sviluppo dell’ascetica e della teologia morale, dell’apologetica contro il protestantesimo, un nuovo rimpasto di tutto il campo dommatico, e della filosofia cristiana conforme alle esigenze del tempo, come vasti lavori intorno alla Sacra Scrittura. Ma era inevitabile, che tutta la loro direzione e la loro intuizione delle esigenze del tempo, che si era palesata già nei primi decenni del loro Ordine, dovesse destare sospetto presso coloro, che per tutto il loro passato glorioso, si videro tenuti obbligati alla conservazione di quelle forme, nelle quali essi si erano mossi sinora e con le quali avevano acquistato la loro riputazione nella Chiesa. Alcuni da questa parte sorvegliarono con preoccupazione i passi del giovane Ordine che si innalzava robusto; il suo procedere sembrò loro non privo di uno spirito innovatore ed antiecclesiastico, ed essi si sentirono chiamati a mettervi un’argine. Ignazio di Loyola aveva previsto giustamente con la sua impareggiabile perspicacia, anche sotto questo riguardo, lo svolgersi delle cose esortando all’occasione i suoi figli,2 a cercare di evitare il più possibile attentamente ogni urto con i religiosi: ma C1° non fu possibile farsi del tutto. Per la Chiesa esso potè essere 1 Scorraille, I 433 ss. V( I'IRatjeseira nei Monumenta Ignatiana, Ser. 4, voi. I 434. Per riguardo d,.r 01 omenicani egli non volle nemmeno ohe si mettesse, nelle tesi da difen- ' 111 Pubblico, l’immacolata Concezione. Ibid.