120 Clemente Vili. 1592-1605. Capitolo III. Enrico III nel 1589, poi da Enrico IV nel 1591, nel 1594 ed in ultimo coll’editto di Nantes, erano incompatibili coll’editto di Blois, che era stato accettato tra le leggi fondamentali del regno di Francia. Se si considera inoltre, che coll’editto di Nantes il papa veniva semplicemente messo di fronte ad un fatto comprato, allora si comprende come non sia riuscito al cardinale Medici, ritornato alla fine del 1598, a far tacere le preoccupazioni del capo supremo della Chiesa.1 Il dolore di Clemente Vili fu ancora aumentato dalla notizia, che Caterina, la sorella di Enrico IV, calvinista, nonostante l’espresso divieto pontificio,2 e senza chiedere la dispensa necessaria per la parentela, si era maritata3 col figlio maggiore, cattolico, del duca di Lorena, il duca di Bar. In queste circostanze, Joyeuse4 e d’Ossat si trovarono in una situazione spinosa in Roma, e ciò tanto più, che l’opposizione del parlamento di Parigi e del clero francese contro l’editto di Nantes, avevano destato nella Curia la speranza, che ancora all’ultimo momento le concessioni non sarebbero state eseguite. Ottavio Bandini, lasciato in Francia dal Cardinal legato quale incaricato d’affari, si adoperò in questo senso con tutto lo zelo, sebbene invano.6 Nella seconda metà di marzo del 1599, poco dopo che Clemente Vili, corrispondendo al desiderio del re di Francia, aveva onorato d’Ossat e Sourdis della porpora, giunse in Roma la notizia, che Enrico IV aveva vinto la resistenza del clero e del parlamento contro l’editto di Nantes, ed ottenuto il 25 febbraio l’iscrizione del trattato nei registri del parlamento di Parigi.6 Dopo questo fatto, 1 Cfr. Lettres d’Ossat I 610, II 25. 2 Vedi i * Brevi al duca di Lorena del 10 agosto, 8 ottobre e 30 dicembre 1598, Arm. 44, t. 42, nn. 217, 229, 282, Archivio segreto pontificio. Cfr. ibid., nn. 219, 297, i * Brevi al Cardinal di Lorena del 10 agosto e dell’8 ottobre; inoltre quello al duca di Bar dell’8 ottobre nelle Lettres d’Ossui II 179. 3 Vedi Lettres d’Ossat II 27. D’Ossat si affaticò per anni per ottenere una dispensa, ma Clemente VIII la ricusò ostinatamente. Egli cedette solo, allorquando gli fu nominato un caso precedente del tempo di Gregorio XIII, avvenuto dietro l’intervento di Carlo Borromeo (v. la * Relazione di Paravieini à Rodolfo II, in data Boma 1603, dicembre 20, A r c li i v i o di »Stato in Vienna, Hofkorresp. 10, e Lettres d’Ossat II, 660 s.); ma Caterina moriva già il 13 febbraio 1604 (v. Lettres d’Ossat II, 665). 1 II ritorno di Joyeuse in Roma è riferito da un * Avviso del 17 febbraio 1599, Urb. 1067, Biblioteca Vaticana. Nell’estate egli lasciò di nuovo la Città Eterna; v. Lettres d’Ossat II 71. 6 Vedi le Relazioni di 0. Bandini al Cardinal P. Aldobrandini iitAVArch. stor. ital., App. II 426 ss. 6 Vedi la Lettera di O. Bandini a P. Aldobrandini del 2 marzo 1599, loc. cit., 455 s. Intorno a piccole concessioni fatte al parlamento di Parigi, ed intorno aH’accettaziono dell’editto per parte dei parlamenti delle provineie v. Mariejol VI 1, 422 s. Cfr. De Meaux 314 s„ 317 s.