Sospetti ed insinuazioni suscitate dai protestanti contro Sigismondo. 387 dopo che egli ne ebbe riconosciuto il pericolo anche per la sua autorità civile. Il sospetto seminato da Carlo contro Sigismondo portava intanto il suo frutto. Il clero protestante vi soffiava dentro con ardore. Pareva loro insopportabile che il re avesse messo nella cappella del castello in Drottningholm un Gesuita, il quale poteva impartire ai cattolici dei dintorni i conforti della religione cattolica.1 Un predicante lanciò dal pulpito la scomunica su tutti coloro che avevano rapporti coi papisti; minacciato del carcere, egli dichiarò, che in quell’atto non intendeva comprendere il re.2 Essendo venuti a morte due cattolici del seguito di Sigismondo, questi dovette ricorrere alla forza per ottenere la loro sepoltura cattolica. I predicanti sparsero allora la voce che Sigismondo intendeva riconquistare colla forza tutte le chiese della Svezia al culto cattolico. Circa 4000 persone armate si adunarono tumultuariamente e minacciarono il nunzio, contro il quale si divulgavano delle accuse del tutto assurde, per es., che egli avesse fatto t irare dei sassi, dalla sua casa, contro un gruppo di ragazzi che cantavano in chiesa. Malaspina si difese dalle accuse mosse contro ili lui, ma ricusò le guardie offertegli da Sigismondo.3 Il duca Carlo fece del tutto per aumentare l’eccitazione. Egli si servì a questo scopo addirittura di favole insulse, che fecero però il loro effetto sulla popolazione. Così fece divulgare che presso Linkòping erano stati visti due draghi battersi l’un l’altro ; l’uno coronato, l’altro senza corona; quest’ultimo aveva riportato la vittoria su quello coronato.4 Da parte dei predicanti venne sparsa la calunnia, che il nunzio aveva commesso, durante il tragitto in Svezia, delle profanazioni con ostie consacrate. Per quanto insensate fossero queste accuse, esse non mancarono di produrre il loro effetto, in quanto aizzavano il popolo contro i cattolici. Una in loro stessi che ad altro fine, liavea nell’anno 1591 privati i senatori del grado e delle facoltà et tolto loro di mano lo scritto sudetto e lacerato fattolo riporre nella cancelleria del regno, in cui pur così squarciato tuttavia si serbava. ne da quell’hora in poi haveva permessa ne l’assoluta confessione Augurila ne l’esclusione de’ cattolici» (* Ragguaglio ist. loc. cit. 542). È sorprendete che Ranke (Pdpste IIS, 245) il quale aveva a sua disposizione il Iiag-quaylio, non si sia curato di quest’importante fonte. Vedi Thkiner II 49. J Vedi Hurter III 357. 'odi * Eagguaglio ist. loc. cit. Cfr. anche Iìuhs li 269 e Hurter III o;>7 s. 4 * Carlo spargeva che in Nicopia sua città fossero aparsi in aere due ' r'ii!oni, l’uno con la corona in capo et l’altro senza e che essendo venuti in- ì" il battaglia in fine dopo molto sangue l’incoronato perditore e squarciato wu;sse lasciato l’altro vittorioso volendo dimostrare a popoli facili a muo- ,!'1 da vane superstitioni che i cieli e gli elementi per liberare il regno di ra' agli promettevano a lui la corona di Sigismondo. * Ragguaglio loc. cit.