che le fossero date per l’occasione oggetti d’arte esistenti nelle chiese di Venezia, ma il Ministero, visti i recenti e ripetuti disastri causati dagl’ incendi nelle esposizioni, li rifiutò. Sulla domanda di applicazione dell’art. 14 della legge 20 giugno 1909 n. 164, fatto dalla Società delle arti edifìcatrici, a tutela della facciata laterale dell’ ex Scuola, v. Sestiere S. Croce. Casa al n. 848. ARCHIVIO DI STATO AI FRARI. Il 13 luglio 1902 si ebbe il primo allarme nella Sala del Magistrato camerale, appartenente all’ archivio, dichiarata in pericolo per lo schiacciamento dei peducci delle volte poggianti sulle colonne. L’ Ufficio ha dato subito disposizioni per 1’ alleggerimento del peso, presentando una relazione gravissima del sopralluogo fatto. Il Ministero dell’ Interno assunse la spesa del ristauro, ma il Genio civile riscontrò nell’ Archivio nuovi danni generali, presentando perizia di L. 50000. Si avrebbe voluto che alla spesa si provvedesse col primo fondo comune di 600000 lire, ma l’Ufficio osservò che la spesa doveva gravare l’utente, cioè il Ministero dell’ interno, il quale oltre i lavori eseguiti nell’ Archivio, che furono tutti a suo carico, concorse poi con due terzi, al ristauro della Sala Margherita sovrapposta alla Sagrestia dei Frari, mentre concorreva per un terzo solo il Ministero dell’ Istruzione. L’ Ufficio riferisce sullo stato dei pozzi dell’ Archivio, che mancano di tubatura, facendo traboccare l’acqua e portando danni, sia alle fondazioni della chiesa, sia alle stanze terrene dell’Ar-chivio, e conchiude, chiedendo la sistemazione dei pozzi, con un preventivo di spesa a carico del Ministero dell’ Interno. Il direttore dell’ Archivio vuole che sieno rimesse in pristino le chiaviche e il selciato del cortile della Trinità. Pel selciato 1’ Ufficio incaricò 1’ imprenditore Torres. Siccome poi parte del materiale, quando incominciarono i lavori di ristauro della chiesa, era stato portato in cortile della Trinità, col consenso del direttore dell’ Archivio, questo più tardi ne chiese lo sgombero. Per ragioni di sicurezza si oppose quindi al passaggio degli operai. Intanto la servitù di pubblico passaggio attraverso 1’ Archivio dalla Salizzada S. Rocco al Rio terrà dei Frari, fu interrotta, e coll’apertura delle fontanelle, per le quali si abbandonarono i pozzi, fu interrotta pure nel fatto la servitù di attingere acqua. Tuttavia l’intendenza di finanza se ne preoccupò nell’ interesse del Demanio per liti eventuali. Per tale questione v. più avanti : Frari, Sagrestia. Nei lavori del Magistrato camerale venne in luce un fregio dipinto a fresco della fine del secolo XV, o del principio del secolo XVI, con ornati architettonici, senza peculiare interesse. Si trovarono pure traccie di finestre archiacute, che furono riaperte, verso il cortile di S. Antonio. Col permesso del Ministero e colle cautele stabilite dalla circolare Blaserna fu introdotta 1 illuminazione elettrica. A cura del Genio civile furono rinnovati i parafulmini. Per cessione di locali dell’ Archivio v. più oltre Frari, Scambio di locali. CHIESA S. MARIA GLORIOSA DEI FRARI. Campanile. - Dopo il crollo del campanile, la R. Prefettura, il 24 luglio, ingiungeva di fare subito una visita alla torre campanaria dei Frari. Un primo rapporto dell’ Ufficio constatava la muratura essere in buono stato come coesione senza notevoli fenditure, richiamando invece l’attenzione sul cedimento delle fondazioni. Uno studio accurato fatto successivamente dimostrò che lo sprofondamento notevole continuava - 78 -