Stavasi in quei giorni procedendo allo sgombero della sala dei cataloghi della Biblioteca Marciana, che occupava il locale del Palazzo Ducale contiguo alla sala del Maggior Consiglio. Tratti dalla similitudine delle traccie che lasciavano sul pavimento i scaffali della Biblioteca con quelle osservate all’Archivio di Stato, misurando e confrontando, fu trovato che corrispondevano perfettamente. Una piccola ricerca portò a dimostrare come precisamente gli scaffali della sala dei Cataloghi della Marciana provenivano dalla Farmacia dei minori conventuali dei Frari. Proposta in allora la cessione all’Archivio di Stato della ricca e storica scaffalatura, essa venne accettata dal Ministero, ed ora è ritornata nel locale per cui venne costruita. Monumento a Paolo Savello. - Nell’ occasione dei rifacimenti dei tratti del muro che separa la chiesa dalla Sala Margherita sopra la Sagrestia, fu rimossa e rifatta anche quella parte che formava parete di fondo dell’ arco del monumento a Paolo Savello. Fu così che si venne a scoprire la salma (fig. 72) ancora sufficientemente conservata, che dette origine a discussioni, di cui s’ebbe ad occupare la stampa, a proposito delle vesti se dovevano venir trasportate in Museo o dovevano essere risepolte con le ossa. Fig. 72 - Come fu trovato il corpo di Paolo Savello, Capitano della Repubblica. 11 condottiero della Repubblica, che morì durante la guerra contro Padova, chi vuole di febbre, chi in battaglia, fu deposto nell’urna vestito di una tunica di velluto rosso imbottita; non portava scarpe ma una specie di pantofole di una sottile pelle scamosciata. Nè spada, nè speroni, nè anelli vennero rinvenuti, sicché è a pensare che la tomba sia stata in altri tempi visitata e la mancanza di un dito alla mano destra avvalora il sospetto. Altri danni. - Le tre absidule che formano oggidì le cappelle di S. Francesco, del Santissimo e di S. Giuseppe, avevano le murature esterne tutte manomesse. Per lungo tempo eranvi state addossate delle casupole (fig. 68). Ma a ciò non si limitavano i danni ; ben più disastrosi effetti ebbero a produrre i tiranti in ferro che ad ogni ordine di fori collegavano i pilastri angolari. Il ferro, come già ebbi ad osservare, a contatto delle malte e della pietra calcare, arruginendosi, si sfoglia e cresce siffattamente di volume con lenta ma potente forza, da rialzare ingentissimi pesi. Fu precisamente in forza dell’ azione del ferro che i pilastri sovraccennati vennero trovati strapiombanti, ed al ferro s’ aggiunse poi la spinta delle vòlte che formano il soffitto. Non volendo per nulla alterare 1’ aspetto interno ed esterno venne studiato uno speciale sistema di tiranti che vanno ad ancorarsi nelle parti più solide. Fatti gl’ impalchi all’ altezza delle volte sotto lo scialbo, si rinvennero delle rozze pitture or- - 89 -