gonale di collegamento e ritegno della muratura, saldata a tampagni e viti. Nell’ottagono inferiore fu eseguita la sistemazione della cornice ; furono rifatti muri e pilastrate, procedendo con tutta cautela, a piccole riprese ed in modo da rendere operative, durante il lavoro, alternativamente tre pilastrate alla volta, per non alterare le condizioni generali di equilibrio del pinacolo. Furono reintegrati chiavi e tiranti ; eseguiti rabberciamenti e saldature murali, in vari punti dell’ottagono, rifatte impalcature, scale di accesso ed altro. Da ultimo, a cura e spese della Fabbriceria fu provveduto alla ridoratura della banderuola e croce terminale, sopra il pinacolo (fig. 136). Sulla prima perizia di L. 12000 pel ristauro della parte superiore il Ministero si è impegnato per L. 6000, il Comune per L. 4000, la Fabbriceria per L. 1500, l’Economato per L. 300 ; totale L. 1 1 800, sicché mancavano ancora L. 200 a raggiungere la somma prevista. Se l’impalcatura si fece per contratto, i lavori di ristauro continuarono per economia, e nel corso del lavoro, si vide che avrebbero costato ben più del previsto, sicché si dovette chiedere agl’interessati un nuovo concorso, e la Fabbriceria assunse l’impegno ulteriore di L. 2000, il Comune d’altrettanto, e il Ministero pure. Per difficoltà poi insorte pel pagamento del lavoro, per la clausola apposta dalla Fabbriceria all’ intero pagamento della sua quota, e cioè che la cella campanaria fosse messa in ordine perfetto, sì da permettere il suono delle campane, l’imprenditore citò dinanzi al Tribunale l’Ufficio pel pagamento dei denari eh’ eran dovuti dagli altri ! Intanto però si pagarono i sussidii, di mano in mano che arrivarono, e la causa finì, perchè era venuto meno il motivo, che 1’ aveva fatta iniziare. CHIESA S. GIO. A PRATO DI PORDENONE. ombe dei ‘Pratensi. - Sull’importanza artistica e storica, più storica che artistica, delle tombe delle famiglie dei Pratensi nella chiesa di S. Gio. a Prato di Pordenone, e sull’opportunità d’includere la chiesa nell’ elenco degli edifici monumentali, hanno luogo domande di informazioni da parte dell’ Ufficio e relative dilucidazioni dell’ ispettore onorario. CHIESA DI RORAI GRANDE, IN COMUNE DI PORDENONE. Affreschi del ‘Pordenone. - Da una relazione del Municipio che risale al luglio 1905 era stata richiamata l’attenzione dell’Ufficio sulle condizioni statiche della chiesa di Rorai grande. L’ Ufficio fece eseguire un sopralluogo, nel quale, se fu trovata molto pericolosa la condizione d’un muro avente un S. Cristoforo dipinto a fresco, così rovinato che non valeva nemmanco la pena di staccarlo, si escludeva però che la chiesa fosse per allora in pericolo. Il Ministero autorizzò la demolizione del muro, purché fosse fatta una fotografia dell’affresco. Avvertito nel 1910, che il parroco dava principio a lavori di riparazione all’ arco del Coro detto del Pordenone, resi necessarii per la costruzione della nuova chiesa, 1’ Ufficio fece eseguire un altro sopralluogo, in seguito al quale, considerato che l’antico Coro della chiesa vecchia, ch’era solo degno di conservazione, diventava una Cappella della chiesa nuova diversamente orientata, non credette che vi fosse ragione di opposizione. Durante i lavori suggeriti dall’Ufficio, vennero in luce quattro belle figure del Pordenone, ben conservate. L’Ufficio, avvertitone, inviò sul luogo uno dei suoi funzionari, il quale verificò trattarsi di quattro mezze figure di Santi Martiri, in una cornice ovale grigia, essendo gli ovali uniti da piccoli cerchi. L’Ufficio consigliò un’ accurata pulitura, saldando qualche pezzo di malta staccata nella chiave dell’ arco, intonacando le piccole parti mancanti. - 224 -