Fuori di Venezia, nelle Isole. S. Giorgio. CHIESA S. GIORGIO IN ISOLA. Nel sopralluogo fatto al momento del panico generale pel crollo del campanile di S. Marco, le condizioni statiche della chiesa di S. Giorgio in isola furono dichiarate in generale buone. Furono riscontrati bensì danni alle volte e alla cupola della chiesa, come pure al campanile, nella cella campanaria ; dichiarati non gravi, ma che possono divenirlo. Il Ministero, in base ad un rapporto del Genio civile, che conchiude colla necessità di ristauri statici, non di pura manutenzione, perchè il tempio presenta lesioni lungo i vertici della navata principale e trasversali, e nelle volte delle navate laterali, mentre due dei quattro arconi reggenti la cupola lasciano vedere larghe spaccature, chiese, non è molto, o la conferma o la confutazione del rapporto del Genio Civile, e in caso che questo sia fondato, e 1 ristauri non si possano differire, un regolare progetto. I danni alle volte e alla cupola erano stati verificati per verità dall’ Ufficio sino dal 1902, ma il fatto che non aumentano mostra le stazionarietà del male e l’esagerazione del pericolo. L’ Ufficio ha però fatto eseguire le livellazioni e sta preparando il progetto. Intanto ha provveduto col fondo piccole spese pei monumenti ai primi lavori di presidio. Nel gennaio 1910, il Rettore avverte che dalle vòlte sono caduti pezzi d’intonaco. L’Ufficio non manca di osservare che trattasi di spesa di manutenzione; tuttavia chiede al Ministero di fare le riparazioni volute, visto che il Rettore non può e il Demanio non vuole, e l’Economato che pagò in passato, ora ricusa. II Ministero autorizza e paga L. 354.69 per spese di manutenzione. Similmente pel vento che ha smosso le lastre di piombo che coprono la cupola, l’Ufficio chiede che sieno riparate a spese del Mini-Fig. 88 - Armatura per il restauro stero, che consente e paga L. 771.40. Nuova domanda nel giugno 1911, per l’uragano del 14, che smosse le lastre di copertura del tetto. Il Ministero autorizza la spesa prevista di L. 800. L’ Ufficio però, pur domandando queste autorizzazioni per non aggravare i malanni, sottopone al Ministero il quesito se 1’ Economato, trattandosi di chiesa aperta al culto, non debba intervenire nelle spese di manutenzione, e se, nell’ impotenza finanziaria dell’ utente, cioè del Rettore, non riviva nel Demanio proprietario, in tutto il suo vigore, malgrado tutte le Normali, il dovere di provvedere. Pei locali che prima appartenevano al convento, ora caserma, e che furono ceduti al Rettore per suo comodo, I’ Ufficio ricordò che il Ministero aveva acconsentito, coll’ espressa condizione che 1’ Economato si obbligasse a sopportare la spesa relativa ad una porta d’ accesso, con che dava chiaramente a vedere che non intendeva assumere neppure in avvenire alcun carico, e declinò la competenza passiva del Ministero. Il progetto fu compilato dal Genio civile a carico dell’ Economato. 1 18 -