Non può proporre alcun concorso per le condizioni del bilancio regionale. V’ è però una promessa di sussidio di L. 500, per la conservazione del magnifico portale, fatto anteriormente alla crisi del campanile di S. Marco, in occasione del relativo progetto inviato al Ministero e approvato. L’Ufficio torna alla carica il 29 novembre 1911, ma sinora senza frutto. Nel Distretto di Tolmezzo. TORRE E PORTA GLORIA A TOLMEZZO. Demolizione senza permessa. Sanatoria. Sul verbale della Commissione provinciale, che accennava alla demolizione che si stava già eseguendo, l’Ufficio telegrafò al Prefetto, pregando di far sospendere i lavori sin che giunga il permesso dal Ministero, essendo iscritte nell’ elenco degli edifici monumentali le mura e le torri del castello. La Commissione, dando voto favorevole, raccomandava che nella demolizione, che si stava eseguendo (prima ancora della domanda, nonché del voto), per la sistemazione della strada nazionale, fosse curata la conservazione delle pietre e dello stemma, e di tutto quanto si andasse scoprendo durante i lavori, per collocarlo eventualmente in altra parte, ricostruendo 1’ arco nella sua forma primitiva, per depositarlo in qualche Museo, e prendendo le fotografie dell’edificio prima della demolizione. Il R. Prefetto, giudicando, come soleva avvenire, deliberativo il voto della Commissione, invece di far sospendere i lavori, ne ordinò il compimento e così fu distrutto quanto restava dell’ antica cinta. Il 22 febbraio 1907, il R. Prefetto comunica all’Ufficio copia della lettera mandata al Ministero, nella quale dice che la demolizione era assolutamente necessaria per la sistemazione della strada nazionale, giusta il programma dei lavori approvato dal Ministero dei LL. PP.; che quando giunsero il dispaccio dell’ Ufficio e quello del Ministero, la demolizione era già compiuta ; che lo stemma e le pietre e quanto fu scoperto d’interesse storico e artistico fu conservato ; che la vendita fu effettuata finalmente di L. 16000 ai proprietari di Torre Gloria, oltre altra espropriazione per L. 5700; che il Comune era in buona fede; conchiudendo colla domanda di sanatoria. DUOMO DI TOLMEZZO. F^ila del Gaggino da Bissona. - L’Ufficio scrive all’arciprete, pregandolo di lasciare in vista la pila d’acqua santa, scolpita dal Gaggino nascosta da una bussola enorme. CHIESA DI S. MARIA OLTREBUT A TOLMEZZO. Vendita altare. — In seguito al rapporto dell’ispettore onorario fu autorizzata (nel 1902) la vendita d’un altare in legno del secolo XVII, senza valore artistico, comperato dall’antiquario Carrer. CHIESA DI SAN FLORIANO DI ILEGGIO, FRAZIONE DEL COMUNE DI TOLMEZZO. Lettera di monito. - L’Ufficio scrive al R. Prefetto, pregando di avvertire la Fabbriceria che la chiesa di S. Floriano di Ileggio, notevole per l’architettura e gli affreschi, non può essere in alcun modo alterata, senza chiedere di caso in caso l’autorizzazione ministeriale. - 242 -