158 te, quanti poveri afilittl cd umiliati alla vista di quelle splendide cilYe sentirono già sollevarsi in cuore il nobile sentimento di sè medesimi, e ne trovarono e l’antica alterezza, e gli amici e gli inchini, e i lieti prandii d’un tempo: gli amici o gl’inchini, i quali ben possono esser tolti dalla nemica fortuna coi poderi e lo stato, ma che nulla può impedire che non ritornino, o non si riconquistino, coi milioni, o col lotto; poiché infine nessuno è certo del proprio destino: e chi può dire ora con sicurezza a sè stesso, tu non sarai mai ricco o signore, finché sono al lotto i Milioni, e le Signorie si dispensano coi viglietti? Io era disperato, non ha guari diceva-mi un tale, disperato, infelice, privo d’ogni consolazione: mi fuggivano gli uomini, mi guardavano in cagnesco le donne, era l’immagine della morte: io non aveva denari. Passeggiava sconsolato in Piazzetta, dove tanti altri sconsolati miei pari già passeggiarono, o tuttora passeggiano, e alla vista di quelle onde tranquille, di quei mobili e lucenti cristalli, che stanno là quasi apparecchiati e disposti ad ogni cenno o servigio dell’ uomo, un demone, una furia forse, mi balenò alla mente il malvagio pensiero, ch’ivi po-tea per sempre nascondere i miei mali, e terminare la vita. Dio mi perdoni! la mia risoluzione era già presa, tra ferma: solo inuanzi di cifueu-