L’ Ufficio domanda che si proceda, quantunque la casa non sia iscritta negli edificii monumentali, sostenendo l’iscrizione in catalogo non essere necessaria, e la monumentalità d’un edificio poter esser provata di caso in caso con perizia, essere insita nel monumento stesso, visibile, nella maggior parte dei casi, anche ai profani, e rivelata del resto nelle larghe offerte degli antiquari. Fatto sta che i proprietari furono condannati a pagare L. 500 di multa, nonché alle spese del processo e a rimettere i poggiuoli a posto, come fu fatto. Siccome però una sentenza della Corte di cassazione di Firenze aveva allora allora deciso che occorreva la diffida diretta, com’ è stabilito coll’ art. 5 della legge vigente, l’avv. Preto scelto a suo difensore dall’Amministrazione, scrisse all’ Ufficio perchè fosse sollecitata la formazione del catalogo e fossero fatte le intimazioni dirette. Adesso il catalogo non è ancora completo e le intimazioni ci sono per legge. Puteale dell’ albergo dell’Accademia. - Qui fu salvata dalla vendita una vera da pozzo del Rinascimento, conservandola sul posto senza bisogno di ricorrere ai Tribunali. 11 pozzo è in un cortile aperto al pubblico, sebbene sugli stipiti vi sieno traccie dell esistenza d’ una porta. Consultata l’Avvocatura erariale di Venezia e quindi quella di Roma, questa ammette la pubblica servitù non solo di attingere acqua, ma di visione dell’ oggetto d’arte, la monumentalità del-l’ambiente, la facoltà d’ intervenire del Municipio in base al suo Regolamento edilizio, e così fu fatto, e la vera è al suo posto. Più tardi, in occasione delle feste per 1’ aviazione, ne fu concessa la rimozione, pur rimanendo nel cortile in vista del pubblico. Casa CfjOZZÌ in via XX Settembre. - Autorizzato lo stacco d’ un affresco in istato di progressivo e minaccioso deperimento, e la cessione al Museo su voto conforme dell’ Ufficio. Casa Miniscalchi. - Il 1" novembre 1906, presso la casa Miniscalchi, si scoprirono frammenti di pietra con vimini intrecciati sulle due faccie (secoli Vili - IX), frammenti di bronzo, una tomba con lapide romana del secolo IV, con entro una croce, orecchini, un anello ecc. La Commissione provinciale, nella seduta del 14 novembre 1906, espresse il voto che il conte Miniscalchi doni al Museo civico di Verona la tomba e gli oggetti d’oro in essa rinvenuti. Casa in via Sottoriva n. 19. - I proprietari furono dal Municipio diffidati a ristaurare la porta della casa, ma, essendo stato riferito che sotto l’intonaco vi erano muri romani, la Commissione provinciale, convocata, ritenne che i muri fossero invece medioevali, votando tuttavia che questi fossero tenuti in vista. L’ Ufficio si associò al voto della Commissione, con approvazione del Ministero. Casa in via Giardino Giusti n. 5. - La Commissione provinciale, nella seduta del 28 febbraio 1907, dà voto favorevole ai ristauri progettati, raccomandando di scegliere una tinta che armonizzi coi contorni delle due finestre del Rinascimento. Casa in via S. Cosimo n. 2 (ex chiesa]. - Demolizione. - La Commissione provinciale, nella sua seduta del 28 febbraio 1907, dà voto favorevole alla domanda di demolizione, coll’ obbligo però di conservare le terrecotte del secolo XV, adoperandole nella fabbrica nuova, o regalandole al Museo Civico ; di reimpiegare la porta della casa vecchia nella casa nuova, e di collocare sulla facciata o nell’ atrio una lapide che ricordi 1’ antica destinazione dell’ edificio a chiesa. Che se si scoprissero lapidi od altro, d’interesse storico od artistico, tutto deva essere regalato al Museo civico. Nella seduta del 13 agosto successivo, la Commissione delegò il prof. Belviglieri a sorvegliare per la conservazione di quanto può venire in luce, che interessi l’arte o la storia. Casa in via S. Chiara n. 9 Porta del 1487. - Nella seduta del 28 febbraio 1907 - 256 -