DUOMO DI UDINE. Ristami della facciata. — Sin dal 12 settembre 1903 l'Ufficio scrive al Municipio, e alla Fabbriceria, osservando che dell’ antico Duomo poco rimane, oltre la facciata in parte, e alcuni tratti di cornice ; che l’antica struttura interna è sparita sotto la decorazione barocca : ma che non si può distruggere questa sovrapposizione storica del secolo XVIII, opera di una illustre famiglia. Sarebbe lodevole ristaurare la facciata e scoprire l’antica costruzione ai lati, tanto da poter leggere la storia delle successive modificazioni. Nell’ aprile 1907 la Commissione provinciale, cui fu presentato il progetto di robustamento della facciata, sentite le proposte dell’ Ufficio, esprime il voto, che, per conservare nella sua integrità una memoria così importante per la storia e per l’arte, si costituisca un Comitato beneviso al Comune come alla Fabbriceria, affinchè studii un progetto pel ristauro della facciata. Nella seduta del 22 novembre 1906, la stessa Commissione aveva espresso il voto che nei casi d’ urgenza la Prefettura fosse autorizzata a provvedere, evitando ì ritardi provenienti dalle pratiche burocratiche, alle autorizzazioni richieste dalla legge, e, non essendo abbastanza tranquilla sulla solidità del Duomo, che fosse visitato da un funzionario dell’ Ufficio. Esaminato, in seguito al voto della Commissione, lo stato della facciata, 1’ Ufficio crede che si debbano cominciare subito i lavori di robustamento, e si crede autorizzato a dare per urgenza il permesso, avvertendone subito il Ministero, che approvò. Il 26 ottobre 1907 il Municipio annunzia essere ultimata la costruzione dell’armatura e dei ponti di servizio tanto all’ esterno che all’ interno. Presenta un progetto di riordino che prevede una spesa di L. 10000, I’ Ufficio propone un sussidio di L. 1500, che il Ministero approvò. Alla domanda di nuovo sussidio 1’ Ufficio risponde che il Ministero non può obbligarsi ad un contributo continuativo. Un nuovo sussidio non potrebbe esser dato che in seguito ad una perizia suppletiva, dato che le condizioni del bilancio lo permettano. Il 10 gennaio 1910 1’ Ufficio scrive al Comitato pei ristauri del Duomo, che ha preso in esame il progetto di ristauro della facciata del prof. Del Puppo, che in generale approva, facendo solo riserve sulla convenienza di adoperare tanto legname delle finestre. Crede che se venisse fatto un simulacro si vedrebbe la convenienza di ridurre le dimensioni dei traversi. Comprende che queste dimensioni furono consigliate dal bisogno di resistere alle bufere, ma senza nuocere alla statica, si potrebbero rendere più robusti i montanti e i traversi, aumentando le dimensioni del ferro, e riducendo alla metà quelle del legno. Così pure i telai possono essere ridotti, dal momento che i ferri finestrini, che rinforzano ì vetri a rulli delle finestre, servono anch’ essi a rendere i telai resistenti. Si aggiungono altri suggerimenti per assicurare i vetri e si insiste infine sulla necessità di fare un simulacro. Invitato nel novembre 1910 dal Ministero ad esporre il suo parere sulle modificazioni progettate alla facciata del duomo, perchè il ristauro non subisca ulteriori ritardi, l’Ufficio chiede che il progetto sia sottoposto al Consiglio superiore d’antichità e Belle arti. Osserva intanto che la facciata del Duomo non fu fatta tutta nello stesso tempo, ma si andò modificando nei secoli XIII, XIV, XV. Nel secolo XVIII, si fecero grandi modificazioni all interno, e nella facciata si apersero solo due finestre senza decorazioni in armonia coll’interno, e due porte laterali in asse colle navate interiori. Il Comitato dei ristauri propone ora di levare le porte nuove e risarcire le due antiche, che - 204 -