Esaminato poi il tratto di soffitto disinfettato, senza alterazione di colore, l’Ufficio raccomandò la continuazione del lavoro colle debite cautele, riservandosi di sospenderlo al più piccolo allarme. L’ Ufficio tornò alla carica nel 1911, chiedendo un radicale ristauro, per impedire danni maggiori e promettendo un largo concorso del Ministero. Facciata. — Nel luglio 1903, caduto un pezzo di cornice della facciata, l’Ufficio chiese che si facesse un’ ispezione accurata, risultando dal sopralluogo fatto la necessità, del ristauro. L’Ufficio ha più volte richiamato l’attenzione della Prefettura, del Municipio, come dell' amministrazione dell’ Ospedale, sopra i monelli che giuocano ai sassi contro la facciata dell’ex Scuola, di S. Marco come contro il monumento Colleoni, come contro il pozzo del Rinascimento, perchè il campo San Gio. e Paolo è uno dei campi preferiti delle loro gesta. In una di queste battaglie, fu con una sassata spezzato un disco di marmo della facciata della Scuola di S. Marco, poi gettato in canale da un ragazzo mezzo scemo, che cercò distruggere così le traccie del crimine. L’ Ufficio si rivolse all’ amministrazione perchè quello ed altri dischi fossero rimessi e perchè gl’ imbratti alle sculture, opera dei monelli e degli storici colombi, fossero lavati con acqua pura senza adoperare acidi, spazzole o ferri, o sfregamento qualsiasi. Per impedire poi ai colombi di fermarsi sotto 1’ archivolto della porta maggiore 1' Ufficio consigliò di tentare in via di esperimento, di applicare una rete di sottil filo di rame. Piviale in Vendita. — Sulla domanda deH’Amministrazione di vendere un piviale antico ad un antiquario per L. 900, l’Ufficio avverso in massima alla vendita agli antiquari, eh’è il primo passo all’ esportazione, disse che doveva essere interrogata la Sopraintendenza delle RR. Gallerie. PALAZZI GRITTI E CAPPELLO DELI.’ ISTITUTO DEGLI ESPOSTI. Di questi due Palazzi, uno archiacuto, l’altro del Rinascimento, sul Rio della Pietà, l’Ufficio ebbe ad occuparsi, descrivendone nella scheda che inviò al Municipio, e la struttura e gli oggetti infissi che li adornano. Sono però in pessime condizioni di conservazione, tanto che 1’ Istituto degli Esposti, che n’ è il proprietario, voleva venderli, e l’Ufficio ha dovuto ricordare che a sensi del-l’art. 2 della legge 20 giugno 1909 n. 364 i due palazzi monumentali, essendo proprietà d'un ente morale, sono inalienabili. 11 Municipio ringraziando della illustrazione dei due palazzi, fatta nella scheda relativa, domandò se e come sia possibile un intervento del Governo, per assicurarne le sorti. Certo 1’ inalienabilità non li salva, se l’Istituto proprietario non ha i mezzi di ristaurarli, e non li salva per la stessa ragione l’art. 4 della legge che autorizza il Ministero a far ristaurare le cose cadenti, facendosi rimborsare le spese dall’ Ente proprietario, se e in quanto l’Ente medesimo sia in grado di sostenerle. Il ristauro finirebbe dunque ad essere tutto a carico del Ministero, e ognun vede quanto sia pericoloso addossargli il ristauro di tutti i palazzi cadenti, solo perchè sono bisantini, ogivali, o del Rinascimento, anche senza una speciale significazione storica. FONDAZIONE QUIRINI-STAMPALIA. Furono autorizzati a più riprese lavori di accomodamento di locali interni, che non ne compromettevano nè la statica, nè l’estetica. Quanto all’ insegna della Fondazione che si doveva mutare, 1’ Ufficio consigliò di provarne con un simulacro 1’ effetto. - 42 -