dei muri perimetrali. Specialmente cure particolari si dovettero avere per le fondazioni delle colonne (fig. 80-81) ridotte ormai ad un informe mucchio di pietre, tenute a posto dalla pressione del terreno circostante, e che si sfasciavano non appena aperto lo scavo. A poco meno di due metri di profondità dal pavimento si rinvenne lo zatterone formato nel solito modo da un doppio strato di tavoloni poggianti sopra paletti infìssi a contatto, e non più lunghi di 80 cm. (fìg. 82). In questi giorni fu presentata ed è all’ approvazione la 2a perizia per una somma di L. 36943.— Alla denuncia di asporto di due stemmi di famiglie cittadinesche, 1’ Ufficio rispose che se qualche oggetto durante i lavori di presidio fu rimosso, esso venne depositato in luogo sicuro. Fu rinnovato lo steccato eretto per lavori di presidio, e divenuto col tempo inservibile e minaccioso. CHIESA PARROCCHIALE S. TROVASO. Il 6 novembre 1909 la Fabbriceria scrisse alla R. Prefettura, che messa m apprensione per la minaccia di crollo della parte centrale del tetto, fece redigere un progetto ed eseguire i lavori d’urgenza, senza chiedere il permesso. Aggiunge che ha speso L. 2167. Chiese la sanatoria e un sussidio. La R. Prefettura rispose che non si poteva discutere la domanda, se prima la Fabbriceria non si metteva in regola colla Soprintendenza dei monumenti. Questa, fatto un sopralluogo e conosciuto 1’ urgenza dei lavori, che d’altra parte non hanno carattere artistico, ma puramente statico, propose la sanatoria e un sussidio di L. 200. Il Ministero accolse favorevolmente la domanda. Pala incendiata. Bruciata, nel giugno 1908, per gli ornamenti dell’aitar maggiore, la pala di Gregorio Lazzarini, con conseguente processo, condanna in prima istanza, e finale assoluzione del parroco, la Fabbriceria fece eseguire la pala che deve sostituirla, dal pittore Ponga, il quale ispiratosi a Tiepolo, ha dipinto una pala molto migliore che non siano le pale religiose moderne. L’ Ufficio chiese il voto della Commissione provinciale, ma la pala è già a posto. L’ Ufficio visto che il bassorilievo del secolo XV, rappresentante S. Pietro, sulla facciata laterale della chiesa, già coperto da una ramata abbastanza fitta che non lo lascia veder bene, era reso invisibile affatto da un’ asse posta tra la ramata e la scultura, volle che fosse tolta 1 asse e rimanesse la sola ramata. CHIESA SUCCURSALE DI S. SEBASTIANO. Per il trasporto e riduzione delle antiche spalliere del corridoio della sagrestia, furono spese L. 724.70, di cui L. 699.70 a carico del Ministero e L. 25 a carico della Fabbriceria. Per riparazione alla facciata laterale, in seguito all’ intonaco caduto, contribuirono soltanto il fondo clero veneto con L. 182.08, il fondo culto con L. 200. Pel dipinto del Bencovich : S. Pietro Gambacorta di Pisa, furono spese L. 150, a carico del Ministero. Il 18 agosto 1902 il R. Prefetto scrive al comm. Boni, presidente della Commissione governativa e direttore dell’ Ufficio regionale, di far eseguire un sopralluogo anche in chiesa S. Sebastiano. La Commissione ha trovato tutto in buon ordine. Pochi giorni dopo, il 18 ottobre 1902, un terribile acquazzone recava danni al soffitto dipinto tutto da Paolo Veronese. Il danno fu riparato con L. 822.65, col concorso del Ministero, del Municipio e dell’ Ecomomato. - 106 -