manda di abbattere la casa ora abitata dal custode (ove si conservano gli oggetti rinvenuti negli scavi) costruita nel medio evo, dipinta e restaurata nel secolo XVI, con soffitto del tempo, e fregio ad arabeschi. La Commissione votò per l’abbattimento della casa, che per buona sorte non venne finora fatto. Nella stessa seduta fu fatta domanda dal prof. Gherardini, allora sovrintendente dei Musei e scavi d’ antichità, di demolire parzialmente 1’ ex chiostro di S. Girolamo, mentre ì’ architetto Ongaro, direttore dell’Ufficio, e l’ispettore onorario di Verona prof. Cipolla, vi si opposero, eia Commissione ne ha votato la conservazione, eccettuati i muri esterni, sui quali si riservò di deliberare dopo gli studi e gli assaggi dell’ Ufficio tecnico municipale sotto la direzione del prof. Gherardini. L’Ufficio, scrivendo al Ministero, prendeva atto della deliberata conservazione del chiostro, non sapendo come si potesse conservarlo, senza mantenere i muri esterni. Demoliti questi, si metterebbero, è vero, allo scoperto tratti di muraglia romana, ma si toglierebbe all’ aspetto de! chios'.ro un elemento caratteristico, senza mettere in rilievo elementi archeologici importanti. Essendo poi stato detto nella discussione che se i muri esterni non venivano atterrati, si a-vrebbe dovuto ristaurarli, perchè minaccianti rovina, l’Ufficio pregò il Ministero di non prendere alcuna decisione, prima di consultare la Commissione centrale. Alle spese per gli scavi del Teatro romano contribuisce generosamente la benemerita Cassa di risparmio di Verona. Sul progetto d’una cancellata fu interrogata la Commissione provinciale. PALAZZO VESCOVILE. Il Comune vuole rimuovere, sostituendoli, ì pilastrini antichi esistenti alla base del palazzo vescovile e che non sono al loro posto originario, per trasportarli al Teatro romano cui appartenevano. Il Ministero è favorevole. CASTEL VECCHIO. Acquedotto. - Nel novembre 1905 l’Ufficio fu avvertito che per introdurre l’acquedotto nell’ arsenale militare, si erano recati danni all’ antico ponte scaligero. Dalle indagini fatte risultò subito ch’era stata intaccata in parte la muraglia del ponte, senza alcun pericolo statico, e che il danno era facilmente riparabile. Per introdurre 1 acquedotto, la Società delle acque, sebbene il Genio militare non avesse chiesto ed ottenuto il permesso, aveva demolito il vecchio muro che sosteneva il marciapiede di sinistra. L’ Ufficio domandò che tutto fosse messo in pristino, e mandò al Ministero le fotografie provanti il danno causato. Il Ministero raccomandò che, se i danni non sono irreparabili, si lascino finire i lavori che erano stati sospesi. Caduta d intonaco. - L’architetto da Lisca - 25 gennaio 1908 - denuncia una caduta d’intonaco per la lunghezza di circa m. 42 e per un altezza media di m. 1.80. Osserva che, essendo la muratura robustissima, non c’ è pericolo alcuno. Conviene però impedire che il gelo produca stacchi d’altra parte di paramento per cui consiglia a stagione propizia di consolidare le parti smosse e facilmente mobili, stuccando con cemento le fenditure. Demolizione casello daziario. — Il 16 luglio 1907, l’architetto de Lisca avverte che l’Ufficio tecnico municipale domanda un sopralluogo, avendo da demolire il casello daziario sul ponte di Castel vecchio. - 249 -