tare un progetto regolare, e pel sussidio, che questo sarebbe subordinato alle condizioni del bilancio. Bisognerebbe finire una volta di credere che un affresco, solo perchè affresco, deva essere ristaurato — si dice poi rovinato — a spese del Governo. CHIESA DI SCARDEVERA. Campanile. - Questa chiesa monumentale, benché non iscritta nell’ elenco, fu in passato manomessa. Le absidi sono impiastricciate, e con poco si potrebbe ritornarle alla purezza primitiva. Sopra gli archetti v’ è una costruzione a quadretti disposti con la diagonale verticale, l’opus reticu-latum del Romani, esempio singolarissimo dell’ arte romanica. Di più si conservano pietre dell’ antica chiesa che si vanno vendendo ai curiosi. L’ Ufficio scrive al Sindaco di Ronco d’Adige e al Prefetto di Verona, chiedendo se non sarebbe meglio dedicare al ristauro delle absidi i denari raccolti pel campanile nuovo, aggiungendo che si mandi ad ogni modo il progetto per quest’ ultimo, non già perchè all’ amministrazione dell’arte antica possano interessare i campanili nuovi, ma perchè le sta a cuore naturalmente che il campanile nuovo non istuoni colla chiesa antica. Avverte da ultimo che non è permesso vendere pietre della chiesa antica. L’effetto primo è la domanda del Sindaco di erigere il campanile. E consultata, in seguito a domanda dell’ Ufficio, la Commissione provinciale, la quale approva la proposta di chiedere l’iscrizione della chiesa di Scardevera tra gli edifici monumentali, ed esprime il voto che, pur costruendo il campanile nuovo, sia rispettato il troncone del vecchio, e che sia tolto l’intonaco dalle absidi. 11 Comune concorre con lire mille, in tre rate. L’ Ufficio, che altro non aveva in mira che d’impedire che il campanile nuovo stuonasse con la chiesa antica, suggerì di copiare qualcuno dei semplici campanili di cui abbonda l’agro veronese, ma pel campanile nuovo non propose naturalmente alcun sussidio. CHIESA DI FAGNANO, FRAZIONE DEL COMUNE DI TREVENZUOLO. Il parroco permutò, senza chiederne l’autorizzazione, un parapetto d’ altare con paramenti sacri datigli da un antiquario. L’ Ufficio denunciò la permuta illegale. Il Subeconomo d’ Isola della Scala, dolente dell’ accaduto, consegnò al Comando dei Carabinieri l’elenco degli oggetti artistici e storici delle chiese del suo distretto, notando che il parapetto non v’ era iscritto. Dichiarata però 1’ inalienabilità degli oggetti d’arte appartenenti agli Enti morali, 1’ iscrizione nel catalogo non dovrebbe essere necessario per impedire la vendita, per quanto sia d’altra parte richiesto per conoscere 1’ entità del patrimonio artistico. La questione finì col ritorno del parapetto in chiesa, e coll’obbligo assunto dal parroco di pagare i paramenti all’ antiquario. La Fabbriceria però si riservò, nel caso che il parapetto, che prima si riteneva di nessun valore, ne avesse uno considerevole, di domandare l’autorizzazione di cederlo a qualche Museo. CHIESA DI RONCO LEVÀ, FRAZIONE DEL COMUNE DI TREVENZUOLO. Porta del Rinascimento. — Sulla domanda del proprietario di vendere una porta del Ri-nascimento, il Ministero, sul voto conforme della Commissione provinciale e dell’ Ufficio, respinse la vendita, perchè la porta resti dov’ è. - 289 - 19