e che 1 abbassamento del campanile era di 30 centimetri in confronto del muro ad esso aderente della cappella Emiliani, detta anche di S. Pietro, costruita nell’ anno 1400 (fig. 55). Ciò corrisponde a 6 centimetri per secolo, modulo che corrisponde al cedimento della soglia della finestra costruita dall’ ing. Perosini del Genio civile nel 1869 nel muro della cappella Emiliani aderente al campanile che è di cent. 2,5. 11 campanile oltreché abbassarsi s’ era alquanto inclinato verso 1’ esterno, forse anche perchè sollecitato contemporaneamente dalle spinte delle vòlte della chiesa e l’inclinazione era di 76,5 cm. su m. 42.50 di altezza. 11 pensiero direttivo fu quindi di rinforzare dapprima le fondazioni verso 1’ esterno dove maggiormente manifestavasi la pressione. Fu pertanto predisposto che le fondazioni venissero fatte a piccoli tratti lasciando robuste immorsature, così che un tratto potesse poi col-l’altro collegarsi fortemente. Fu perciò fatta una prima presa, la quale servì molto per guida e per studio. Oltreché riconoscere fino a che profondità si spingessero e come fossero costruite le fondazioni, fu trovato che non si allargano sul vivo del muro che di soli 87 cm. e che il peso sullo spigolo più cimentato raggiungeva Kg. 7.616 per cmq. Venne riscontrato inoltre che tra i pali scorre dell'acqua dolce confermando in tal modo quanto si ebbe a raccogliere dalla voce di un vecchio prete, che raccontava come allorché posero le fondazioni al monumento a Tiziano ed altresì quando s’imprese dal Genio civile il ristauro della cappella S. Pietro Emiliani, venne trovata dell’acqua dolce di cui si servirono per confezionare le malte occorrenti pei lavori. Tenendo perciò calcolo della vena d’acqua dolce e delle qualità del terreno, venne determinata la lunghezza dei pali da infiggersi che risultò di m. 3.50. Si adoperarono pali di larice di recente abbattimento conficcati a cominciare dall’esterno, onde produrre il costipamento del terreno verso le fondazioni esistenti. Venne riconosciuta la necessità di praticare degli incavi nel rivo della fondazione, non reputando sufficienti le discontinuità dei massi a garantire le aderenze della nuova opera di robustamento alla vecchia muratura. Per precauzione vennero, in seguito, posti dei solidi tiranti per collegare i muri perimetrali onde sopperire al mancato collegamento delle travi sepolte nelle murature fin dalla costruzione e che erano andate infracidendo col tempo come lo provarono assaggi numerosi. Furono riparate certe vandaliche manomissioni della muratura fatte in varie epoche per aprire porte ed allargare finestre senza in veruna guisa preoccuparsi degli effetti che tali ferite potevano col tempo produrre. Al campanile fu rifatto il piccolo tetto plumbeo, ridorata e restaurata la croce. Fu inoltre difeso efficacemente con un sistema più razionale di parafulmini e dopo molte pratiche liberato alfine da una grande mensola in ferro che reggeva circa 90 fili telefonici, posta in un angolo la quale non solo poteva produrre dei guasti, ma scemava la bellezza dell’ ambiente. Dovendosi aggiustare uno scolo di pluviali raccolte dal tetto della navata laterale in prossimità del campanile sotto 1’ attuale cornice del campanile stesso, venne ritrovata una più antica decorazione in laterizio. Chiesa. — Praticando gli scavi in prossimità del campanile vennero in luce due arche Fig. 55 - Chiesa dei Frari. Stacco fra il campanile ed il muro della navata. - 79 -