L. 30000 annue per tre anni, metà date dal Ministero, metà dal Municipio di Verona e le somme rispettive furono iscritte nei bilanci dello Stato e del Comune. Furono presi accordi col Municipio per la spesa sul fondo comune pei seguenti monumenti nell’esercizio 1906-07: Chiese S. Fermo, S. Gio. in Valle, Ss. Nazario e Celso (affreschi della cappella S. Biagio), S. Bernardino, S. Anastasia (ristauri al tetto), S. Maria in Organo (ristauri alle tarsie della Sagrestia. Arche Scaligere. L Ufficio avrebbe voluto che dal fondo comune di L. 30000 fossero esclusi ì monumenti che, come le Arche Scaligere, hanno una tassa d’ingresso, facendone gravare sul Municipio le spese di ristauro, ma il Municipio tanto insistette, per includerle che l’Ufficio dovette consentire, per non intralciare i lavori ; il Municipio ha anzi ottenuto di includere nel fondo comune, a suo beneficio, la somma di L. 4500 pagate dal Ministero per le Arche Scaligere. Ci fu, è vero, qualche dissenso col Municipio, durante i lavori di ristauro, prima per le tarsie della sagrestia di S. Maria in Organo, poi per la scopertura delle absidi di S. Fermo, com’ è detto a suo luogo, ma tutte le difficoltà furono appianate per la buona volontà delle parti, e il Ministero infatti scriveva, in data I 1 marzo 1900, compiacendosi coll’ Ufficio perchè in seguito al colloquio avvenuto in Verona tra l’architetto Ongaro, direttore dell’Ufficio e il Sindaco, s’era ottenuto il pieno accordo nella direzione dei lavori. La Commissione provinciale domandò di essere consultata sui ristauri da fare, e fu infatti consultata. Se, dopo l’istituzione della Soprintendenza di Verona, è scomparso il fondo comune, sostituito nel bilancio dello Stato dalla dotazione alla Soprintendenza stessa, non per questo cessarono ì contributi del Comune di Verona nel ristauro dei suoi monumenti. Che se non v’è l’obbligo di concorrere con una somma fissa annua, resta l’obbligo che il Comune assume, di volta in volta, nelle singole perizie. MURA DI GALLIENO. La Commissione provinciale, nella seduta del 22 luglio 1907, diede voto contrario alla domanda dell’ing. Tedeschi di aprire alcune finestre sulle mura di Gallieno, e l’Ufficio, interrogato dal Ministero, si associò al voto della Commissione. Sulla domanda del sig. Taccoli di aprire un foro nelle mura di Gallieno, verso la piazza, la Commissione provinciale, nella seduta del 22 ottobre 1908, riconosciuta la necessità del lavoro, e constatato che il foro sarebbe praticato e in un punto, in cui la muraglia non è originale, dà voto favorevole, alla condizione che il sig. Taccoli avverta l’architetto de Lisca perchè possa recarsi sul luogo a verificare 1’ andamento del lavoro, e s’impegni altresì a consegnare al Museo civico le pietre lavorate, che trovasse nelle fondazioni. ANTICHE MURA MEDIOEVALI. Sul voto conforme della Commissione provinciale (aprile 1906), fu, per necessità edilizia, autorizzato dal Ministero l’abbattimento della Torre di Alberto I, Scaligero, colla parte di mura necessaria all’ apertura della barriera. II 14 novembre 1906, la Commissione votò che nel tratto di mura scaligera tra l’Adige e la breccia aperta a Porta Vittoria, venga ripristanata la merlatura. Nel settembre 1906, la Direzione del Genio militare aveva partecipato che alcune merlature erano pericolanti e chiesto un sopralluogo dell’ Ufficio. - 246 -