CHIESA S. FOSCA. Il Ministero, cui sta giustamente a cuore i monumenti di Torceilo, aveva promesso, come è stato detto più sopra, di provvedere ai ristauri col fondo comune a disposizione dei monumenti, per cui 1’ Ufficio compilò una perizia di L. 33826.68, delle quali furono consumate L. 15000 (I), e restano così L. 18826.68, cui si riferisce lo stralcio di perizia inviato al Ministero. In attesa della legge promessa, i lavori si arrestarono (fig. 98, 99, 100). Da uno zelante, 1’ Ufficio ebbe avvertimento che dalla chiesa di S. Fosca era scomparso un trittico del secolo XV, rappresentante la Vergine e Santi. Ma il trittico era stato trasportato in canonica per opera dell’ Ufficio stesso, perchè non rimanesse esposto durante i rilievi che si facevano pei ristauri della chiesa. Le spalliere che appartenevano a questa chiesa, senza uno speciale valore artistico, furono date in deposito alla chiesa di S. Martino di Burano, nel maggio 1 909. Fig. 98 - S. Fosca. Particolare del portico prima del ristauro. Le poltrone del secolo XVI, delle quali non era stata permessa la vendita ad un antiquario, furono vendute invece, colla debita autorizzazione, al Museo civico di Venezia. (I) Qui, per un’interpretazione della Ragioneria della Corte dei Conti, si perdettero L. 2606.65, perchè la detta somma vincolata in un esercizio, non si è potuta spendere nell'esercizio stesso. Ciò per le somme svincolate per lavori interamente a carico del Ministero, mentre per i lavori, sui quali il Ministero contribuisce soltanto, ì vincoli perdurano, oltre quella che più sopra e detta la notte mistica del 30 giugno al 1 luglio. Fig. 99 - S. Fosca durante i ristauri. - 127 -