namentali, però di sì ingenua e piacevole grazia e così originali, da meritare non solo di venir conservate, ma anche ristaurate con cura (fig. 73). Raschiato perciò con tutta cura Io strato di tinta di color cenere che tutto ricopriva, e rimesso stucco a calce nelle parti mancanti, si completarono a tratti con tinta ad acqua lasciando però qua e là quelle discontinuità che offriva la pittura originale dopo la raschiatura. I tiranti in ferro, che oramai corrosi non compievano più alcuna funzione statica, vennero tolti e sostituiti con altri di muntz-metal, composizione di rame e zinco, assai più duttile e malleabile del bronzo, assai resistente alla trazione e che non va soggetta ad ossidarsi, nè a combinarsi colla calce. Rifacimento dei muri esterni. - Un problema abbastanza importante, non tanto dal lato statico quanto per l’estetica, era il rifacimento dei muri esterni. La bellezza, la pittoricità dei muri veneziani, non stà solo nella tinta che dà loro il tempo, ma proviene, in gran parte, dalla differenza di colore e dalla diversa intonazione che col tempo assumono le varie qualità di laterizio impiegale. Guidati da queste osservazioni vennero commessi a varie fornaci i mattoni delle dimensioni volute, e avutili furono mescolati ordinando in pari tempo che i muratori avessero a metterli in opera come si presentavano loro sottomano. Per togliere poi lo stacco, che sarebbe riuscito stridente, là dove il vecchio si unisce al nuovo, si è cercato di ottenere quasi una sfumatura. In quanto poi alle connettiture fra mattone e mattone, venne usata calce idraulica perchè più resistente e meno bianca, e la stilatura fu eseguita al modo degli antichi (fig. 68). I rabberciamenti furono limitati a ciò che la stabilità esigeva, ma non fu spinto il restauro fino a far scomparire le traccie di guasti prodotti dalle bombe austriache, durante il glorioso assedio del 1849. Dovendosi nuovamente ristaurare gli archi terminali delle finestre delle absidi, venne in luce nella strombatura la traccia di una decorazione a fresco, Fig. 73 - Le decorazioni delle vòlte della cappella Bernardo. f rii re / o\ e questa tu rifatta fedelmente (hg. do). Nel trilobo superiore delle bifore sovrapposte che formano le finestrate, esistevano ancora dei piccoli vetri policromi originali legati a piombo e semplicemente fissati con stucco al contorno in pietra del foro. Piccoli frammenti di stucco e vetro si rinvennero nell’ ultima finestra verso la sa-cristia e precisamente in una scanalatura che stava nel mezzo delle colonnine e delle mezze colonnine laterali. Vetrate. - Le vetrate a rulli esistenti evidentemente erano state accomodate alla meglio in epoca posteriore. Esse trovavansi in tale misero stato che ormai necessitava rinnovarle. Dovevasi ritornare all’ antico, oppure era meglio appigliarsi al partito di ripetere il sistema più comodo, ma meno costruttivo, adoperato posteriormente ? Sì, adottò il metodo primitivo. Non solo si veniva così a permettere di gustare interamente l’architettura sì esteriormente che internamente, ma si ovviava all’ inconveniente di filtrazioni d’acqua, noiose se non sempre dannose. I vetri colorati dei trilobi, la finestra dipinta nella cappella dei Milanesi a riscontro di quella reale, i vetri colorati tuttora esistenti in posto nella cappella S. Marco, gli innumeri esempi di altre con- - 90 -