trebbe essere adescato delle ragguardevoli offerte, chiese informazioni all’ Ufficio, il quale rispose che gli affreschi sono bene conservati, e che il proprietario non aveva intenzione alcuna di venderli. Al proprietario fu intimata la notificazione d'importante interesse. CHIESETTA S. SEBASTIANO A PEDEROBBA. Furono fatti assaggi, dai quali risultò che sotto il latte di calce esistono affreschi quattrocenteschi. Il Ministero concorrerebbe con un terzo alle spese per la scopertura, ma è mancato il contributo degl’interessati. Il Comune si limitò a offrire le scale e la mano d’opera. Campanile, di Cussignana. — Sebbene non sia iscritto nell’elenco degli edifici monumentali, 1 Ufficio chiede che il progetto di demolizione sia sottoposto alla Commissione provinciale. Nel Distretto di Oderzo. CASE MONUMENTALI DI ODERZO. Nell’ ottobre 1907 il Ministero richiamò l’attenzione dell’ Ufficio sulle case monumentali di Oderzo. Molte di esse contenevano dipinti, sia a fresco sulle facciate, sia ad olio su tela o tavola nell’interno, ma gli staccatori d’affreschi si sono negli ultimi anni con ¡speciale predilezione addestrati sui muri esterni e sulle pareti interne di Oderzo. Avendo il Ministero domandato se l’antica casa Condulmer, ora Foscolo, contenga ancora i soffitti antichi colle antiche cornici, l’Ufficio ha risposto, in parte affermativamente. Per tutte le case monumentali di Oderzo, furono intimate ai proprietari le notificazioni d’importante interesse. OSPEDALE CIVILE. Vendita dell Oratorio di S. {Bernardino. Non contenendo oggetti di valore artistico per giudizio della Soprintendenza delle RR. Gallerie di Venezia; nè essendo per sè monumentale, l’Uf-ficio non si oppose alla vendita dell Oratorio di S. Bernardino, da parte dell’Ospedale civile Tomitano. DUOMO DI ODERZO. {Busto di Giulio Melchiori attribuito al 'Vittoria. - L’ Ufficio, avvertito che un busto di Giulio Melchiori attribuito ad Alessandro Vittoria (è da dubitare in genere dei busti attribuiti al Vittoria senza il suo nome, perchè egli aveva l’abitudine di firmare sempre, e persino due o tre volte) era stato venduto ad un antiquario di Padova, scrisse al R. Prefetto per il sequestro, che infatti ebbe luogo alla stazione di Oderzo. Ma qui l’antiquario pretese di averlo ottenuto in prestito per trarne una copia, la quale copia sarebbe rimasta naturalmente a lui, mentre l’originale sarebbe tornato al Duomo, aggiungendo che a garanzia del contratto, il parroco aveva ricevuto mille lire. Gli atti furono trasmessi alla Procura del Re ; ma la conchiusione fu nulla giudiziariamente. La difesa dell’antiquario fu ritenuta valida ; il sequestro fu levato, la copia non fu fatta, e il busto tornò al Duomo. Sculture rimosse. - Lo stesso parroco, aveva portato dalla chiesa in canonica una scultura con due ritratti in bassorilievó, divisi da una croce. L Ufficio invitò 1 arciprete a riportare la scultura dov’era: ciò che fu fatto. 195 -