stato della chiesa era tale da esigere urgenti provvedimenti, e incominciò i lavori di presidio, avendo chiesto, ma non ottenuto, il concorso della Fabbriceria. Siccome poi, la chiesa di S. Giacomo dall’Orio, una delle più antiche di Venezia, contiene dipinti e altri oggetti d’arte notevolissimi, questi furono, durante i lavori, depositati in canonica, per evitare i danni della polvere, sebbene l’Ufficio avesse chiesto che fossero depositati presso le RR. Gallerie. Intanto pei lavori di presidio si era dovuto erigere lo steccato, Fig. 86 - Esterno dopo il ristauro. spostare il pOZZO ed anche 1’ acquedotto, e demolire la cadente casetta addossata all’ abside del Santissimo, che deturpava la caratteristica linea della facciata della Chiesa, verso il Campo (fig. 84) e spendere così L. 6000, che furono date dal Ministero, senza alcun concorso. Compilata la perizia di ristauro generale, di L. 36090, il Municipio e il Ministero contribuiscono in giusta metà col primo fondo comune di L. 600000. Lavoro quanto mai faticoso in questo primo periodo furono i rinforzi alle fondazioni delle absidi circolari della Cappella del Santissimo e della Cappella maggiore (fig. 85). Ma quella prima perizia fu in breve esaurita, e si dovette compilarne presto un’altra di L. 33670.13, nella quale era compresa la costruzione d’una sagrestia nuova a sussidio della vecchia, nel posto della demolita casetta (fig. 86), col doppio scopo di servire da contrafforte a quella parte della Chiesa, e di ricetto al soffitto di P. Veronese ed a quadri di altri pittori, nonché al Fig 87 . Parle in(eriore del campanile dopo . ristauri ben noto intaglio in legno sansovinesco. Quando la Commissione centrale, venuta a Venezia per dare il suo giudizio sui ristauri ai monumenti veneziani, visitò anche i lavori fatti in questa chiesa, li approvò pienamente, facendo