Nel Distretto di Lendinara. CHIESA DI LUSIA. Campanile. — Il Ministero, in data 22 gennaio 1903, riferì che il Genio civile propose di consolidare mediante fasciature, travi di ferro e altri lavori di muratura, il campanile di Lusia. Il campanile è del 1676. CHIESA DI FRATTA POLESINE. Affreschi di Francesco Zugno. — Pel ristauro della chiesa di Fratta Polesine, il cui soffitto è dipinto a fresco da Francesco Zugno, pittore tiepolesco, fu domandato il concorso del Ministero, il quale non potrebbe essere che tenue e subordinato ai contributi degl’interessati, che non si poterono ancora raccogliere. Nel Distretto di Occhiobello. CASA DEL GAROFOLO A CANARO. Per le cattive condizioni statiche della casa è prevista una spesa di L. 660, che il Municipio di Canaro dice non poter sopportare. Il Ministero domanda il parere dell’ Ufficio, il quale, tenendo necessariamente conto delle condizioni del bilancio, ha dovuto rappresentare che se tutte le case ove si dice che nacquero, abitarono, o morirono tutti gli uomini illustri, che attraverso tanti secoli di civiltà si affollarono per glorificare l’Italia, dovessero essere mantenute a spese dello Stato, si rovinerebbero bilanci ben più resistenti di quello dell’Amministrazione dell’Antichità e Belle arti, senza parlare dei casi, che pure avvengono, che quella casa ch’era tenuta in particolare stima, per essere la casa d’un uomo illustre, improvvisamente si pretende di scoprire non esser più quella, perchè l’uomo illustre è nato altrove, addirittura fuori dei confini dello Stato (v. Provincia di Belluno. Il Sindaco di Pieve di Cadore). Nel Distretto di Polesella. VILLA BONACCORSI A SELVA. Un giorno del 191 1, si sparse la notizia che le dodici statue che ornavano la Villa Bonaccorsi a Selva di Crespino, erano state vendute. Erano naturalmente del secolo XIII. Le statue hanno una civetteria contraria a quella delle donne ; queste si calano gli anni, a quelle invece si fanno crescere. Erano statue di pura decorazione, nate parecchi secoli dopo il duecento, a noi molto più vicine, e, se furono vendute in dodici per L. 1200, cento franchi l’una, erano stimate poco. L’ Ufficio avvertì ad ogni buon fine la Commissione d’esportazione, che le statue si trovavano a Venezia, S. Maria Formosa, presso l’antiquario Minerbi. Ma nessuno pensò a ricuperarle. 06 179 -