PROVINCIA DI BELLUNO. In Città. PALAZZO DEI RETTORI. L’ Ufficio — 12 maggio 1908 - concordò con la R. Prefettura ed il genio civile di Belluno, un progetto per consolidare il Palazzo dei Rettori. PORTA DI RUGO. Fin dall’ottobre 1895 1’ Ufficio scrisse al Municipio di Belluno e al Ministero, che la Porta di Rugo, iscritta nell’elenco degli edifici monumentali, aveva bisogno di ristauro, per impedire la disgregazione delle pietre per effetto dei geli invernali e disgeli primaverili. Il Ministero autorizzò in massima il ristauro che, trattandosi di edificio di proprietà comunale, dovrebbe spettare al Municipio. Questo compilò anche un progetto di L. 2300, novembre 1908, ma esigeva che il Ministero concorresse, non per un terzo, com’ era proposto, ma per la metà ; ciò che, per un monumento d’ importanza locale, e di proprietà municipale, era troppo. Colla nuova legge 20 giugno 1909 n. 364, che sostituì quella 12 giugno 1902 n. 185, il Ministero non ha facoltà di fare i lavori e rimborsarsi a spese del proprietario, facoltà arrischiata cui del resto si ricorreva diffìcilmente anche prima. Ma può solo chiedere l’espropriazione, esponendosi così a pagare tutte le rovine, che si vogliono conservare da privati o da Enti, che non ne hanno i mezzi ! TEATRO DI BELLUNO. BUSTI TRASPORTATI DALL’ANTICO PALAZZO DEL COMUNE. Demolito nel secolo XIX l’antico palazzo del Comune, per erigere il nuovo Tribunale, i busti eh’ erano nel palazzo furono trasportati dall’ architetto Segusini sulla facciata del Teatro sociale. Interrogato se la Società del Teatro potrebbe credersene proprietaria, 1’ Ufficio risponde che dovrebbero essere considerati come avanzi monumentali, eh’ era vietato demolire ed atterrare dal-1’art. 11 della legge 12 giugno 1902 n. 185. Quell’articolo è scomparso nella legge nuova che non è sempre un miglioramento sull’antica, ma è imperfettamente sostituito dall’ art. 16. TOMBA DI CAIO OSTILIO IN PIAZZA S. STEFANO. Fu scoperta allorché, prolungandosi la navata settentrionale della chiesa S. Stefano, si scavarono le fondamenta del campanile, e portata in piazza. Ma, come avviene troppo facilmente in questi casi, in cui, in mancanza di ragioni assolutamente prevalenti, entrano nel dibattito le passioni locali, tra coloro che lo volevano ricondurre nella navata della chiesa, ov’ è stato scoperto, e coloro che lo volevano lasciare in piazza, vinse l’inerzia e la tomba restò in piazza. CIPPO ROMANO. Scoperto durante i lavori per 1’ acquedotto di S. Pietro, fu ricoverato al Museo. 137 -